Progetto Parco
Integrato Riserva Naturale Laurentino-Acqua Acetosa
Generalità
La Riserva Naturale
Laurentino Acqua Acetosa, delimitata a nord dagli edifici intensivi
del quartiere Laurentino – Fonte Ostiense, si estende tra la via
Pontina ed il comprensorio dell’Acqua Acetosa. Tutta questa area è
stata interessata dall’intensa attività del Vulcano Laziale,
che con le sue colate ha caratterizzato questa parte della campagna
romana. In questa zona si trovano infatti estesi banchi di tufo, lava
e pozzolana. Altro elemento importante è la sorgente di acqua
minerale che sgorga all’interno della Riserva, e che prende nome di
Acqua Acetosa per la notevole presenza di anidride carbonica. Nella
Riserva esistono importanti presenze archeologiche: lungo l’attuale
via Laurentina fu scoperto infatti nel 1976 un importante sito
archeologico, costituito da un abitato fortificato e da una necropoli
con tombe databili tra l’VIII e il VII secolo a.C. Secondo alcuni
studiosi potrebbe trattarsi della città di Tellene o di Politorium,
uno dei tre centri dell’antico Agro Romano distrutti dal re Anco
Marzio (il terzo centro, Ficana, è stato identificato nell’area
della moderna Acilia). La vegetazione presente nella riserva, benché
in gran parte degradata dall’urbanizzazione, è molto
diversificata. Lungo i corsi d’acqua si trovano pioppi e salici,
mentre intorno ai fossivi vi sono canneti, che formano un ottimo
ambiente per numerosi uccelli acquatici e alcuni rettili come la
biscia dal collare. In ambienti caratterizzati da rupi tufacee sono
presenti piante tipiche della macchia mediterranea come il
leccio, la roverella e l’orniello. Molto numerose sono infine
le piante officinali. Nei fossi di acqua dolce che attraversano la
Riserva, come il Fosso del Ciuccio, vivono il granchio di fiume, la
rana, il rospo e il tritone. Tra i rettili, oltre alla biscia dal
collare, si trovano il biacco, la lucertola, il geco. Tra la fauna
notturna sono presenti la volpe, la civetta e i pipistrelli nani,
mentre tra i rapaci, che spesso nidificano nei numerosi casali della
Riserva, il gheppio, la civetta e il falco pellegrino. Numerose
infine le specie di uccelli, tra cui l’airone cinerino, la
gallinella d’acqua, l’upupa e l’usignolo.
Perchè nasce il Progetto Integrato del Parco
La rilevanza del Parco
sia per gli aspetti acheologici che naturalistici non ha impedito un
lento e progressivo degrado. La cartellonistica dei sentieri è stata
distrutta così come molte recinzioni, i sentieri stessi sono
scomparsi, ovunque sono depositati rifiuti, sono sorte baracche di
fortuna lungo i margini dei fossati ed una parte della riserva è
stata occupata da orti abusivi. L’area archelogica è totalmente
abbandonata alla mercè dei vandali, le reti di recinzione distrutte
in più punti. L’abbandono della riserva, la mancata manutenzione
la distruzione dei lampioni lungo il percorso attrezzato del Fosso
del Ciuccio, hanno reso impraticabile ed insicura tutta l’area, non
eiste pertanto alucna possibilità di fruizione da parte dei
cittadini che viene usata solo nelle ore diurne di molti per i
bisogni dei loro cani.
Prendendo atto di questa
situazione intollerabile, mai sanata dalla precedente amministrazione
dell’ex XII.o Municipio (ora IX.o) alcune associazioni di quartiere
e cooperative sociali tra cui l’Asssociazione Culturale La
Scintilla (presente da moltissimi anni nel territorio, L’Associazione
Sportivo Dilettantistica Keiro, la Cooperativa hanno costituito
insieme a numerose persone di elevata professionalità come
naturalisti,archeologi,architetti,agronomi hanno costituito un Gruppo
di Progetto che intende elaborare un piano di rilancio e fruizione
del territorio tramite la creazione di un Parco Integrato, ossia un
Parco polifunzionale in grado di offrire ai cittadini strutture
sociali, culturali, ricreative, turistiche e di orti biologici. Il
Parco diventerà quindi una risorsa sia per gli abitanti del
quartiere in grado di attrarre anche turisti.
I
benefici sociali ed economici di un Parco Integrato
Il Progetto da attuare
gradualmente prevede queste fasi e attività;
FASE A :
- Bonifica dell’area (sfalcio, pulitura dei sentieri, pulizia dai rifiuti, censimento degli insediamenti abusivi,etc.) .
- Bonifica del terreno dedicato in passato ad attivita’ di rottamazione autoveicoli e causa dell’inqinamento delle sorgente S.Paolo col Sistema della Fitomediazione.
- Ripristino della cartellonistica con materiali antivandalismo
- Ripristino dell’illuminazione per rendere sicuri i percorsi
- organizzazione di un primo gruppo di gestione del Parco costituito da giovani disoccupati e abitanti del quartiere che si occuperà della manutenzione sorveglianza e promuoverà la fruizione del parco attraverso attività ludiche per famiglie e bambini, visite guidate, attività sportive guidate sia per giovani ed anziani.collaborazione con i Centri Anziani del quartiere per favorire riabilitazione motoria, ginnastica dolce, passeggiate all’aperto dei soggetti anziani.
- Creazione di un punto noleggio biciclette
FASE B
- Ripresa dei scavi archeologici, Restauro del Casali di S.Sisto da destinare a Centro Visite, Museo, Sala Incontri, Aule didattiche, Sede del parco Integrato.
- Attrezzamento di un percorso visite all’interno dell’Area Archeologica con cartelli esplicativi ed organizzazione di visite guidate
- Creazione di un punto ristoro e spaccio prodotti biologici in un casale in disuso.)
- Allestimento degli orti biologici sotto la guida di agronomi da destinare alla gestione degli abitanti del quartiere, i prodotti saranno venduti nello spaccio interno
- Creazione di Fattoria Didattica con Agri Nido a indirizzo Steneriano,-
- Creazione “Casa Famiglia”.
- Creazione spazi per disabili.
FASE
A : IPOTESI DI COSTI
Interventi di
riqualificazione ambientale e paesaggistica della riserva naturale di
Laurentino Acqua Acetosa
Il presente capitolato,
ha per oggetto l’esecuzione delle attività di manutenzione
straordinaria del verde pubblico dell’area Archeologica Laurentino
Acqua Acetosa (circa ha 20,00) e di bonifica e rispristino
naturalistico dei bacini idrografici della riserva naturale di
Laurentino Acqua Acetosa (c.ca Km 2,00), al fine di una
riqualificazione e valorizzazione ambientale dell’intera area.
La riserva si presenta
caratterizzata da lembi di campagna romana (campi, incolti, boscaglie
e spallette boscose) . Le aree verdi si trovano in condizioni di
degrado (discariche di materiali inerti, orti urbani abusivi, ecc.) e
anche i corsi d’acqua presenti sono estremamente inquinati.
Nelle area verde e nei
corsi d’acqua, verranno effettuati interventi, volti alla
salvaguardia ambientale, soprattutto il fosso dell’Acquacetosa ed
il fosso di Vallerano, fortemente inquinati da scarichi urbani
abusivi e da discarica di materiale vario.
INTERVENTI
VEGETAZIONALI
- Interventi nell’area verde Archeologica
- interventi nei corsi d’acqua
- intervento presso la fonte dell’Acqua Acetosa.
INTERVENTI NELL’AREA
VERDE ARCHEOLOGICA Laurentino Acqua Acetosa (circa ha 20,00)
- Manutenzione straordinaria dei tappeti erbosi
L'intervento comporterà
la tradizionale operazione di taglio dell'erba che avrà come
obiettivo la conservazione e l'infittimento del cotico erboso, in
modo tale da garantire sia la protezione e conservazione del suolo,
sia l'agevole fruizione delle aree verdi, nonché le funzioni
estetiche, igieniche e di decoro delle medesime, in rapporto al
contesto specifico di ciascun’area.
Tale operazione sarà
perciò eseguita con le modalità dettate dalla buona tecnica
agraria, in modo tale da favorire l'accestimento delle erbe ed il
giusto equilibrio fra le specie che costituiscono la popolazione
erbacea costituente il prato.
La manutenzione dei
tappeti erbosi si compone di un insieme organico di interventi di
esecuzione:
- pulizia
- tosatura
- rifilatura dei bordi, delle scoline e delle scarpate
- tosatura
- rifilatura dei bordi, delle scoline e delle scarpate
- raccolta ed evacuazione della
vegetazione recisa.
La pulizia dei tappeti
erbosi da ogni oggetto estraneo (es. foglie secche, carta, residui
plastici, oggetti vari, materiali di discarica), completa ed
accurata.
La tosatura dei tappeti erbosi verrà eseguita mediante macchina semovente a lama rotante, radente o elicoidale.
La tosatura dei tappeti erbosi verrà eseguita mediante macchina semovente a lama rotante, radente o elicoidale.
Le operazioni di tosatura
saranno completate con il taglio a mano attorno ai soggetti arborei e
arbustivi e con il taglio mediante decespugliatore attorno ai
manufatti o, più in generale, nei punti dove non sarà possibile
accedere con mezzi diversi.
La tosatura comprende
l’eliminazione di tutte le piante (arboree, arbustive ed erbacee
infestanti) cresciute spontaneamente sui tappeti erbosi, lungo
i cordoni o sottochioma ad alberi e ad arbusti.
La refilatura delle
aiuole comprende l'eliminazione della vegetazione infestante
cresciuta nello spazio interstiziale tra il cordone e il tappeto
erboso.
La raccolta della
vegetazione recisa sarà eseguita contestualmente al taglio, il
materiale di risulta verrà evacuato totalmente dall'area.
- Manutenzione degli arbusti
La manutenzione degli
arbusti comprende:
- Potatura di allevamento dei soggetti giovani, differenziata per periodo e tecnica di esecuzione in base al genere e/o alla specie, potatura di arbusti e rampicanti presenti nell’ area verde;
- Eliminazione della vegetazione arborea, arbustiva ed erbacea infestante cresciute spontaneamente all'interno dei gruppi di arbusti, cioè dove il loro sviluppo reca danno fisiologico od estetico;
- Irrorazione alberi, siepi, aiuole e singole piante floreali con prodotti fito-sanitari-chimici (concimazioni, disinfestazioni anticrittogamiche e funghicide, trattamenti anti germinanti);
- Formazione e/o ripristino della pacciamatura sottochioma alle piante;
- Spollonatura e scerbatura di polloni ed erbe, cresciuti al piede delle alberature presenti nelle aree d’intervento, compresa la recisione dei ricacci o dei rami più bassi o degli arbusti nati spontaneamente;
- Abbattimenti di natura straordinaria totale o parziale di piante ad alto fusto secche e\o malate od ormai vetuste e/o pericolose;
c) Intervento sulle
alberature, con la tecnica del tree-climbing.
La potatura verrà
effettuata in modo da conservare il portamento naturale della pianta
utilizzando di massima le modalità previste dalla tecnica del
"taglio di riforma". L'accorciamento dei rami avverrà in
corrispondenza di un ramo secondario di adeguate dimensioni. Nel caso
di asporto di branche, i tagli verranno effettuati in modo obliquo
immediatamente al di sopra del collare e saranno netti e ben
definiti, senza provocare scosciature alle branche o al tronco. Nel
caso di contenimento/rimonda della chioma, verranno eliminati i rami
morti o ammalati e i rami in sovrannumero o sovrapposti.
- Potatura di riforma, sfoltimento e contenimento.
- Pulizia dal secco, rami spezzati e pericolanti.
- Consolidamento di piante o branche pericolose.
- Analisi di stabilità con il metodo VTA (Visual Tree Assessment = Controllo visuale dell’albero)
- Abbattimento.
L'abbattimento di alberi
fortemente senescenti, afflitti da patologie, deperiti o instabili,
avverrà senza danneggiare manufatti o l'attigua vegetazione.
Per
le piante di notevole dimensione, situate in prossimità di edifici,
l'abbattimento dovrà essere effettuato con la tecnica della
“sbrancatura progressiva” per poi procedere con la “depezzatura
graduale” del fusto dall'alto verso il basso, al fine di ridurre il
pericolo di danni derivanti dall’impatto del fusto in caduta.
Le lavorazioni suddette,
verranno effettuate utilizzando la tecnica del Tree climbing, dove
l'operatore è vincolato, per mezzo di un'imbracatura ad una corda
doppia.
Utilizzando questa metodica di lavoro è possibile
effettuare interventi di potatura, di rimozione di ogni parte secca,
degenerata o comunque pericolosa (branche secche o malate in
vicinanza di case, strade, scarpate, etc.), su qualsiasi albero,
senza necessariamente ricorrere ai mezzi operativi tradizionali
(piattaforme di elevamento), sicuramente più invasive e non sempre
utilizzabili.
L’utilizzo di questa
tecnica ci permette un approccio alla pianta innovativo; ci si muove
dall’interno verso l’esterno, dove gli operatori su piattaforme
elevatrici ed autogrù non possono arrivare. Ogni albero potato o
semplicemente “ripulito” utilizzando questa tecnica sarà più
sano, più bello e certamente più sicuro.
Il risultato è
dimostrato da un elevato livello qualitativo degli interventi nel
rispetto degli alberi e di ciò che li circonda.
d) Potatura siepi
L’intervento di
potatura delle siepi verrà effettuato con l’accorciamento della
vegetazione, secondo superfici di taglio regolari, senza gobbe ed
avvallamenti, senza rientranze o sporgenze che non siano stati
previsti, che verranno eseguite con tosasiepi a motore, forbici
pneumatiche o forbicioni. Eliminazione della vegetazione erbacea ed
arbustiva infestante cresciuta all’interno di siepi e arbusti e
tutte le parti morte o disseccate.
Tutti i materiali di
risulta, compresi eventuali rifiuti sparsi sotto l’area di
insistenza delle siepi saranno asportati e smaltiti in discarica
autorizzata a cura e spese dell’Impresa.
e) Trattamenti
fitosanitari e di lotta preventiva
La lavorazione riguarda i
trattamenti fitosanitari di lotta ad agenti patogeni o che si debba o
intenda combattere, su esemplari arborei mediante l'utilizzo di
principi attivi specifici, autorizzati dal Ministero della Sanità,
secondo le prescritte modalità tecniche di somministrazione,
privilegiando, quando possibile, l'intervento di tipo endoterapico e
privilegiando impieghi di principi attivo in prodotto registrati dal
Ministero della Sanità in soluzione acquosa.
f)Pulizia
generale delle aree grigie, della
vegetazione infestante che dovesse svilupparsi intorno a tutti gli
elementi naturali o d’arredo, nei vialetti, nelle superfici
pavimentate, che sarà asportata e smaltita a cura e spese
dell’Impresa.
g)
Pulizia generale dell’area,
raccolta di tutti i rifiuti
presenti, dei materiali di risulta, di materiali inerti, in tutte le
superfici di verde, che saranno asportati e smaltiti presso la
discarica autorizzata a cura e spese dell’Impresa.
A lavoro acquisito, tutte le aree oggetto della proposta, verranno trattate con interventi mirati e con l’impiego straordinario di tempo e mezzi, tanto da riportare brevemente tutta la vegetazione ad uno standard ottimale di benessere vegetativo ed estetico, al momento carente.
INTERVENTI NEI BACINI
IDROGRAFICI della riserva naturale di Laurentino Acqua Acetosa di
bonifica e rispristino naturalistico (c.ca Km 2,00),
Il presente progetto ha
lo scopo di eseguire la bonifica e il ripristino ambientale dei corsi
d’acqua ricadenti della riserva naturale di Laurentino Acqua
Acetosa, che si presentano con un sistema ecologico ed idrogeologico
fortemente degradato.
La criticità ambientale
dei sistemi idrici è evidenziata dai consistenti livelli
d’inquinamento microbiologico e dalla presenza di materiali e
rifiuti di varia natura, sia solido che liquido.
In particolare saranno
oggetto del progetto l’esecuzione della bonifica, attraverso la
rimozione dei rifiuti, al recupero e/o smaltimento del materiale
abbandonato secondo la normativa vigente.
Gli interventi di
bonifica consisteranno nella pulizia del sito con recupero e
smaltimento del materiale abbandonato nei bacini dei corsi d’acqua,
il tutto eseguito secondo la normativa vigente.
GLI INTERVENTI
PREVISTI
- Individuazione dei banchi di rifiuti smaltiti abusivamente, con l’identificazione di massima dei materiali rilevati (come ad esempio carta, metalli, rifiuti ingombranti, inerti, etc), o di materiali di riporto (rifiuti, materiali di demolizione, materiali terrosi), il loro stato di contaminazione e le caratteristiche chimico-fisiche di tali materiali che potranno influire sui successivi trattamenti di bonifica, verifica di eventuale fuoriuscita di percolato;
- Taglio della vegetazione infestante erbacea e arbustiva cresciuta sul fondo alveo e sulle arginature dei corsi d’acqua, compreso taglio selettivo delle alberature eseguito a mano e con mezzi meccanici e distruzione del materiale di risulta;
- Rimozione con le modalità che arrecheranno il minor impatto ambientale possibile;
- Smaltimento presso impianti idonei di categoria adeguata alla classificazione dei rifiuti e a seconda della pericolosità del rifiuto.
Tutti i lavori, saranno
eseguiti secondo le migliori regole d’arte e secondo le
prescrizioni impartite dalla Direzione, rimanendo stabilito che
l’Impresa attuerà a sue cure e spese tutti i provvedimenti
necessari per evitare il verificarsi di danni alle opere, alle
persone ed alle cose in genere, intendendosi pertanto che
l’Amministrazione appaltante resterà sollevata ed indenne
da qualsiasi responsabilità verso terzi e da qualunque molestia
giudiziaria che dovesse derivare dalla esecuzione dei lavori.
L’Appaltatore avrà la facoltà di sviluppare i lavori nel modo che
crederà più conveniente per darli perfettamente compiuti nel
termine contrattuale nel rispetto degli standard di qualità
previsti.
Sono a carico
dell’Appaltatore tutti gli oneri ed obblighi imposti dalle vigenti
norme, la manutenzione, il trasporto di qualsiasi materiale o mezzo
d’opera, attrezzi e opere provvisionali e quanto altro occorre alla
esecuzione piena e perfetta dei lavori.
L'Impresa sarà
responsabile dei danni derivanti da negligenza, imprudenza,
imperizia, inosservanza di prescrizioni di legge e di prescrizioni
del presente capitolato, arrecati per fatto proprio o dei propri
dipendenti a persone e cose proprie o di altre ditte o di terzi.
La responsabilità dell'Appaltatore si estende ai danni, a persone o
cose, che potessero verificarsi per la mancata predisposizione dei
mezzi di prevenzione o per il mancato tempestivo intervento in casi
di emergenza. A tutto il personale in servizio, per l’impresa,
verrà corrisposto il trattamento economico previsto dal C.C.N.L. per
la categoria di lavoratore utilizzata, rispettando gli obblighi sui
contributi previdenziali ed assicurativi a favore dei dipendenti.
Prezzo a corpo per
tutti gl’interventi menzionati €.346.000,00
(iva esclusa)
FASE B – IPOTESI DI COSTI
AREA ARCHEOLOGICA
LAURENTINA ACQUA ACETOSA
PROGETTO DI SCAVO E DI
RIPRISTINO
DELLE AREE ARCHEOLOGICHE
PREMESSA
Cenni storici
Negli anni '70 del secolo
scorso, nell'area della Laurentina Acqua Acetosa, sono stati
rinvenuti un abitato protostorico (Fig. 1), la sua necropoli ed una
strada. La tradizione antica ricorda in questi luoghi la presenza di
alcuni centri, noti con il nome di Politorium, Tellenae e
Ficana. Solo quest'ultimo è stato sicuramente identificato
nell'area di Acilia (Monte Cugno), mentre per gli altri due rimane
incerto se siano da riferire a Castel di Decima, dove è stato
identificato un altro abitato protostorico, o alla Laurentina. Dal
momento che secondo la tradizione i tre centri in questione furono
distrutti nel VII secolo a.C dal re Anco Marcio nel corso
dell'espansione romana verso le foci del Tevere, per il fatto che
nell'ordine menzionato dagli storici Tellene fu la prima ad essere
stata annientata, è possibile che questo nome corrisponda al sito
della Laurentina, il più vicino a Roma.
Gli scavi
Tra gli anni '70 e '90
del secolo scorso furono condotti gli scavi nell'area della
Laurentina, in occasione della nascita del quartiere denominato
Laurentino 38. Venne portata alla luce una strada arcaica (risalente
al VI sec. a.C.) (Fig. 3, 4-6) e scavate circa 200 tombe della
necropoli (Fig. 3, 2-5) mentre dell'abitato è stato riportato alla
luce solo l'aggere (Fig. 3, 6), ovvero la primitiva opera difensiva
posta a nord - est del pianoro (il punto meno difeso naturalmente)
nel cui fossato scorreva il tracciato stradale menzionato. Alcune
trincee scavate lungo le pendici settentrionali dell'abitati con lo
scopo di accertare la presenza di mura, hanno dato esito negativo. Ad
oggi rimane quindi da scavare solo il pianoro dell'abitato (dalla
curiosa forma di uno spicchio lunare) che corrisponde ad un'area di
circa 1 ettaro (ca 12000 mq).
Le tombe si
distribuiscono lungo la strada arcaica, le più antiche (IX sec.
a.C.) nei pressi dell'abitato e mano a mano che ci si allontana si
trovano le più recenti (VIII-VII sec. a.C.), dando luogo ad una
sorta di “stratigrafia orizzontale”. Purtroppo alcune cave
ottocentesche hanno distrutto parte della strada e le relative tombe
nel tratto centrale, dove è stata autorizzata la realizzazione di
alcuni palazzi. Per questa ragione l'area archeologica si trova oggi
divisa in due blocchi distinti e recintati (Fig. 2).
Gli scavi hanno messo in
luce anche un'area arcaica (VI-V sec. a.C.) a settentrione
dell'abitato, comprensiva di alcuni edifici evidentemente connessi
con la strada antica, che oggi si trovano a nord di via F.T.
Marinetti (Fig. 3, 3).
Nelle vicinanze
dell'abitato sono state identificate altre tombe protostoriche forse
connesse con altri traccati stradali. Va detto a proposito che il
centro protostorico della Laurentina, per quanto di ridotte
dimensioni, ha dimostrato essere assai fiorente nell'antichità,
forse perché posto presso un tracciato stradale importante per il
commercio del sale che metteva in comunicazione le saline ostiensi e
veienti con l'area di Bovillae, alle pendici dei Monti Albani
e da qui distribuito nell'Italia centrale interna attraverso la via
Maremmana, il più antico asse stradale latino assieme alla via
Salaria.
Di notevole importanza è
la necropoli, in particolare l'area orientale di essa, dove si
concentrano alcuni gruppi di tombe disposti a formare circoli di
varia grandezza probabilmente appartenenti a gruppi familiari. Al
centro di ogni circolo che forse in origine si mostrava coperto da un
unico tumulo, si colloca di solito una tomba più grande, alcune
delle quali assumono carattere principesco.
Il conclusione,
l'antichissimo centro della Laurentina, inteso come complesso
integrato formato da abitato, strada con accanto le tombe, risulta
per la sua facile lettura topografica un rarissimo e tipico esempio
di insediamento protostorico del Lazio antico.
ELENCO DELLE
ATTIVITA' PREVISTE PER LA VALORIZZAZIONE E FRUIZIONE DELL'AREA DELLA
LAURENTINA ACQUA ACETOSA
1.0 Scavo
dell'abitato.
Direzione scientifica:
Soprintendenza Speciale ai beni archeologici di Roma (o Istituto
universitario previa concessione di scavo).
1.1
Strutturazione del cantiere e attività preliminari.
Installazione della
Baracca uso ufficio e deposito provvisorio di reperti e attrezzature
di scavo. Noleggio di un mezzo meccanico con palista ed un camion con
autista per un primo scavo integrale dell'intera area fino ai livelli
archeologici (circa 70-100 cm). Le operazioni sono dirette da un
archeologo ed effettuate con l'impiego di 4 operai.
Picchettatura dell'area
di scavo ad opera di topografi con circa 250 quadrati di m. 5 di lato
ottenuti con tondini di ferro.
Costi
Acquisto baracca = 2000 €
Mezzo meccanico cingolato
m2 per n° 30 gg = 12000 €
Camion per n° 30 gg =
10000 €
Topografi per rilievo e
picchettatura = 20 gg 8000 €
Archeologo 30 gg = 5400 €
4 operai x 30 gg = 21600
€
Totale 59000 €
1.2 Scavo
stratigrafico.
Equipe di scavo
(personale privato):
- n°1 archeologo
coordinatore
- n°2 archeologi
- n°2 disegnatori
- n°2 topografi
- n°10 operai
Altri profili
professionali quali: fotografi, antropologi, restauratori, la cui
opera saltuaria è richiesta di volta in volta, sono forniti dalla
Soprintendenza.
Attrezzature:
- n°1 bobcat
- Materiale di scavo
(pale, picconi, carriole, cassette, gazebo ecc).
Costi
n° 3 archeologi x 6 mesi
= 65000 €
n° 2 disegnatori x 6
mesi = 43000 €
n° 10 operai x 6 mesi =
216000 €
Rilievo topografico dello
scavo = 10000 €
Noleggio bobcat x 6 mesi
= 60000 €
Attrezzature di scavo =
1000 €
Totale 395000 €
2.0 Scavo
dell'aggere e della strada arcaica (primo tratto)
Lo scavo (già effettuato
in passato) ed il successivo reinterro necessitano semplicemente
l'asportazione di un unico strato argilloso di riempimento mediante
l'impiego di:
- n°1 archeologo
- n°4 operai
- n°1 disegnatore
- n°2 topografi
- pala meccanica con
palista
Costi
1 archeologo x 15 gg =
2700 €
4 operai x 15 gg = 10800
€
1 disegnatore x 7 gg =
1260 €
Rilievo topografico =
2000 €
Pala meccanica x 15 gg =
6000 €
Totale 23000 €
Scavo dell'area
arcaica
n°1 archeologo
pala meccanica con palista
n°4 operai
Costi
n°1 archeologo x 20 gg =
3600 €
Pala meccanica x 20 gg =
8000 €
n° 4 operai x 20 gg =
14400 €
Totale 26000 €
4.0 Sistemazione
della necropoli
Pulizia dell'area. Messa
in evidenza delle tombe con relativa copertura originale di blocchi
di tufo. Sistemazione area verde.
- n°4 operai x 10 gg =
7200 €
Totale 7200 €
4.1 Scavo
della strada arcaica (secondo tratto)
- n°1 archeologo
- pala meccanica con
palista
- n°2 operai
Costi
n° 1 archeologo x 15 gg
= 2700 €
pala meccanica x 15 gg =
6000 €
n°
2 operai x 15 gg = 5400 €
Totale
14100 €
Costo
totale
524.300 €
**
*
Bibliografia
Il sito della Laurentina
Acqua Acetosa è molto noto in ambito scientifico. Per la viabilità
tra Colli Albani e l'agro romano in relazione alle saline ostiensi e
veienti d'oltre Tevere, si veda: F. ARIETTI, B. MARTELLOTTA, La
tomba principesca del Vivaro di Rocca di Papa, in La regione
romana, II, Istituto Nazionale di Studi Romani, 1998, p. 121 ss.;
F. ARIETTI, Gli albani e il loro territorio nell'VIII e VII sec.
a. C.,in A. Pasqualini
(a cura di), Alba Longa: Mito, Storia, Archeologia, Atti
dell'Incontro di studio, Roma-Albano Laziale 27-29 gennaio 1994, in
Studi pubblicati dall'Istituto Italiano per la Storia Antica, fasc.
LX, Roma 1996, pp. 29-48.
Una prima notizia degli scavi
nell'area della Laurentina, v. A. BEDINI, Abitato
protostorico in località Acqua Acetosa Laurentina, in QuadAEI,
1, 1978, pp. 30-34. Le straordinarie scoperte della Laurentina hanno
alimentato costantemente il dibattito scientifico sulla protostoria
laziale in questi ultimi decenni: A. BEDINI,
Struttura ed organizzazione delle tombe principesche nel Lazio. Acqua
Acetosa Laurentina: un esempio, in
Opus, III, 2,1984, pp. 377-382; A. BEDINI, Abitato
protostorico in località Acqua Acetosa Laurentina, in Archeologia a
Roma. La materia e la tecnica nell'arte antica,
a cura di M. R. Di Mino e M. Bertinetti, Roma 1990, pp. 48-64.
Una delle tombe principesche della Laurentina (T. 70) è stata
trasportata in Canada a Montreal in occasione della mostra “Roma
mille anni di civiltà”: A. BEDINI, La
cultura dei principi nel Lazio, in Roma- mille anni di civiltà,
a cura di A. La Regina, catalogo della mostra, Montreal 7 maggio-12
ottobre 1992, pp. 62-96.
FRANCO ARIETTI
***
Fig 3
PROGETTO
CASA FAMIGLIA E ORTI URBANI
Dati generali
Titolo del progetto
un nuovo “tetto”
Nome e ragione Sociale dell’organismo
Associazione “il tetto casal fattoria onlus o.n.l.u.s.”Tipologia dell’organismo
Organismo di volontariatoSede dell’organismo
Via Pietro Cuppari 33 - 00134 Roma
tel. e fax 06/5059225
e-mail: iltetto@iltetto.orgSede operativa del progetto
Casale in Via San Sisto, all’interno della riserva naturale del Laurentino Acqua Acetosa.Rappresentante legale dell’organismo
Gianna Bacchi
Presentazione dell’intervento proposto
1. Titolo del progetto
un nuovo “tetto”
2. Localizzazione dell'intervento
Dislocazione territoriale
Il progetto verrà realizzato
all’interno della riserva naturale del Laurentino Acqua Acetosa.
L’area non ha un tessuto urbano
omogeneo, ospitando diverse compagini territoriali, quali zone
residenziali e commerciali, campi agricoli, incolti, aree protette di
interesse naturalistico e archeologico.
L'area interessata dalla Riserva è una
delle più piccole (152 ettari inizialmente, poi aumentati a 273) e
delle più degradate della Provincia di Roma. La biodiversità
è ridotta a poche specie floreali e faunistiche, in particolare
antropofile. Le zone agricole sono quelle più simili all'aspetto
precedente il massiccio intervento edilizio.
Per quanto riguarda il sito
archeologico, questo è chiuso al pubblico, pur rientrando nell'area
di riqualificazione della Riserva, essendo di esclusività della
Soprintendenza
archeologica di Roma. Questo fazzoletto di terra di
pochi ettari risulta essere un punto nevralgico da sciogliere per un
coerente sviluppo della Riserva, poiché, oltre alle antichità
romane, vi si trovano il casale seicentesco di San Sisto, il vecchio
stabilimento di imbottigliamento della Fonte San Paolo, il Deposito
Giudiziario e una non ufficiale discarica.
3. Sintesi del progetto
L’Associazione il Tetto Casal
Fattoria ONLUS propone l’avvio del processo di ristrutturazione di
una parte riserva naturale del Laurentino Acqua Acetosa, attraverso
l’affidamento di un casale e di una porzione esterna per realizzare
i seguenti interventi di utilità sociale:
- una casa famiglia per minori
- un progetto di manutenzione del verde e orti urbani solidali
LA CASA FAMIGLIA
1. Motivazioni del progetto
L’associazione Il Tetto
Casal Fattoria onlus intraprende dal 1984 iniziative di intervento
sul disagio minorile e giovanile, attraverso una casa famiglia e
numerose esperienze di accoglienza con caratteristiche educative e di
inserimento sociale. Promuove progetti di assistenza, sostegno
all’infanzia e formazione.
In questo percorso
pluriennale l’associazione, in seguito al contatto e alla
conoscenza del bisogno sociale, nonché di altre esperienze di aiuto,
ha maturato la consapevolezza della necessità di una nuova proposta
che risponda all’esigenza di offrire un supporto educativo ed
affettivo a coloro che in varie forme sono coinvolti in esperienze di
affido.
La decisione di dare
l’avvio di una nuova casa famiglia avviene in seguito ad un attento
esame della situazione dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia
e nel Lazio, all’evoluzione delle politiche di intervento nei
confronti dei minori, ad un continuo confronto con gli operatori
sociali del territorio, e in base alle richieste di accoglienza
ricevute ma non esaudite per mancanza di posti disponibili.
Il “nuovo tetto”
coniuga le caratteristiche di una casa famiglia per minori in affido
con una marcata dimensione familiare. Il modello si basa sul
principio scientifico ed insieme ideologico che sia necessario creare
un ambiente familiare per rendere efficace l'azione educativa ed
assume quale strumento di cura della sofferenza dei minori la
costituzione di legami affettivi stabili e significativi. Per questi
motivi anche “il nuovo tetto” si avvarrà della presenza
residenziale di una famiglia, di un ristretto numero di operatori, e
di uno psicologo supervisore.
2. Destinatari dell’intervento
Ragazzi provenienti da
situazioni familiari pregiudizievoli per la loro crescita e la loro
realizzazione, i quali hanno sviluppato una sofferenza personale
significativa tale da richiedere un lavoro di comunità, prima di
poter affrontare con possibilità di successo il rientro nella
famiglia di origine o un affidamento ad una nuova famiglia.
I minori, fino a sei, vengono inseriti
fra gli 8 e i 13 anni di età. La permanenza stimata media è di due
anni.
L’ammissione è
subordinata ad uno screening che ha come obiettivo la valutazione
delle possibilità del minore di ricevere beneficio dalla permanenza
presso la casa famiglia.
3. Requisiti strutturali
La Casa famiglia dovrà
possedere caratteristiche minime funzionali e strutturali che
attengono alla sicurezza degli utenti, della famiglia ospitante,
degli operatori, nonché alla qualità minima delle prestazioni
erogate e, pertanto, dovrà essere in possesso dei requisiti definiti
dalle norme vigenti in materia urbanistica, edilizia, prevenzione
incendi, igiene e sicurezza.
In particolare la
struttura deve garantire le seguenti condizioni:
a) stabilità in
situazioni normali od eccezionali, in conformità a quanto previsto
dalle norme vigenti;
b) requisiti igienici
minimi previsti dai Regolamenti locali di igiene (D.M. 5.07.1975);
c) difesa dagli incendi
secondo normativa vigente;
d) sicurezza degli
impianti (DM n. 37 del 22.01.08, L. 10/91, D.Lgs 192/05, D.Lgs 311/06
e D.P.R. n. 380/01);
e) visitabilità secondo
il D.P.R. n. 503/96;
f) abitabilità in
conformità a quanto previsto dalle norme vigenti.
L’organizzazione degli
spazi interni (camere, sale, servizi igienici, ecc.) dovrà essere
tale da garantire agli ospiti il massimo di fruibilità e di privacy,
con particolare riferimento al mantenimento ed allo sviluppo dei
livelli di autonomia individuale; l’adozione di soluzioni
architettoniche e la suddivisione degli spazi interni dovranno tenere
conto delle caratteristiche dell’utenza a cui è destinata la
struttura e della presenza di una coppia residente, allo scopo di
garantire la funzionalità delle attività che vi vengono svolte.
La Casa Famiglia sarà
dotata di una carta dei servizi in cui sono definiti i criteri per
l’accesso ai servizi, le modalità di funzionamento degli stessi e
le procedure per assicurare la tutela degli utenti.
4. Progetto educativo della casa famiglia
4.1 Finalità generali e obiettivi del progetto
La comunità si pone come
risposta a tempo determinato, intervento a tempo, “passaggio”: la
comunità deve fornire gli strumenti per superare se stessa.
L’obiettivo prioritario
dell’accoglienza in comunità è quello della dimissione del
ragazzo verso una condizione stabile e duratura:
- aiutare il ragazzo a ricostruire il rapporto con la famiglia di origine nell’ottica di un ritorno a casa;
- nell’impossibilità di un ipotesi di rientro in famiglia, aiutarlo a trovare e ad inserirsi in una nuova famiglia, in affidamento o in adozione;
- in terza ipotesi, se anche la soluzione della famiglia affidataria o adottiva non fosse realizzabile, aiutarlo a raggiungere un livello di autonomia tale da permettergli un positivo inserimento nel mondo degli adulti;
- nel caso non fosse realizzabile un passaggio diretto fra casa famiglia e vita autonoma, per oggettive difficoltà del ragazzo, proporre l’esperienza della semi-autonomia o quella della “autonomia accompagnata”, o ancora di un’altra comunità dalle caratteristiche più adatte a un giovane già grande ma non in grado di affrontare autonomamente la vita adulta.
In tutti i casi, se è
vero che il ragazzo deve superare il momento della comunità, è
anche vero che nel periodo in cui vi ha vissuto si saranno costruiti
dei rapporti umani che andranno oltre il suo permanere in casa
famiglia, e che in alcuni casi potranno rappresentare per lui punti
di riferimento fra i più importanti di una futura vita autonoma.
Il progetto educativo
della comunità è finalizzato a ricercare il massimo livello di
qualità del servizio, a partire dal rispetto dei requisiti previsti
dalle normative in materia di qualità, impegnandosi a ricercare
continui margini di miglioramento nel servizio offerto, negli
standard strutturali, nell’inquadramento contrattuale degli
operatori che lavorano a contatto con i bambini, ecc..
Altra caratteristica
qualificante il lavoro della comunità è la piena collaborazione con
i servizi sociali territoriali, quelli affidatari dei minori, il
Tribunale per i minorenni, le famiglie di origine dei ragazzi, e gli
altri soggetti a diverso titolo coinvolti nella cura dei ragazzi
stessi e nel progetto nel suo complesso.
La comunità si
caratterizza inoltre per un lavoro di stretta collaborazione con le
famiglie di origine dei minori, e con quelle candidate all’affido o
all’adozione, finalizzata a un percorso di accompagnamento e
“follow-up” dell’inserimento del minore nella sua nuova
famiglia.
I ragazzi che vengono
accompagnati invece alla piena autonomia vengono sostenuti, al di là
delle scadenze anagrafiche e burocratiche, nel consolidamento delle
potenzialità personali attraverso un percorso individualizzato di
formazione e di ricerca del lavoro.
4.2 La comunità come ambiente terapeutico
La casa famiglia rappresenta una
risorsa integrata all'interno dell'intervento complessivo di presa in
carico del minore ed ha una sua specifica valenza terapeutica in
ordine alla riparazione del trauma subito dal minore stesso. La
comunità può esprimere tale valenza solo se si configura come un
ambiente capace di fornire al minore protezione, accompagnamento
nelle varie fasi dell’intervento previsto dal progetto di rete e
sostegno funzionale al superamento delle condizioni di pregiudizio
vissute.
L’attuazione d’interventi
riparativi e terapeutici, intesi come modalità in grado di
riattivare processi di cambiamento personale, presuppone una lettura
professionale dei compiti di gestione del ménage quotidiano, siano
essi riguardanti l’assolvimento delle mansioni domestiche,
piuttosto che gli accompagnamenti a scuola e quanto altro occorra al
funzionamento quotidiano. L’obiettivo prioritario della comunità,
pertanto, è quello di proporsi come ambiente terapeutico e di
cambiamento attraverso una continua e costante interpretazione
meditata di qualsiasi attività svolta, di qualsiasi intervento
offerto, di qualsiasi momento vissuto, strutturato e non, routinario
o eccezionale che sia. Lo spazio quotidiano caratterizzato da routine
condivise e da un caldo clima relazionale, è un luogo "pensato"
nella sua globalità per realizzare l'intervento riparativo e
terapeutico. Le attività e le relazioni di ogni giorno offrono
informazioni continue sull’evoluzione dei minori accolti. Il
confronto fra tutti gli operatori consente all'intero staff di
lavorare con un livello di conoscenze e informazioni più integrato e
rende possibile la promozione di situazioni ambientali atte a
produrre rilevanti processi di cambiamento. Un ambiente
comunitario così pensato consente ai minori di poter rielaborare
positivamente le figure parentali per riguadagnarle nel proprio
scenario interno. Il contributo professionale offerto dalla comunità,
così concepita, aumenta notevolmente l’efficacia dell’intero
processo di presa in carico. Agevolando il ripristino di una sana
dinamica tra figure genitoriali interne e loro rappresentazioni
esterne, si aumenta la possibilità di sviluppi positivi degli
inserimenti familiari.
4.3 Metodologia di intervento
Per realizzare tale ambiente
terapeutico si utilizzeranno specifici strumenti:
l’èquipe educativa:
Il funzionamento della comunità, e il lavoro degli operatori a tutti
i livelli, viene organizzato e coordinato dall’équipe educativa.
Sul piano dei processi di
lavoro, l’équipe è garanzia della continuità, in modo che
assenze e turnover tra educatori non si traducano in interruzione del
processo educativo.
La pluralità degli
apporti significa poter contare su un ventaglio più ampio di
abilità, sensibilità, analisi, idee. La molteplicità dei punti di
osservazione e di percezione è il presupposto per una lettura
complessa della vita di comunità. Una équipe funzionante rimanda al
ragazzo messaggi di rassicurazione, contenimento e coerenza adulta.
la riunione: è
uno spazio a frequenza temporale fissa, normalmente una volta a
settimana, in cui l’équipe coordina il lavoro di tutti gli
operatori, effettua l’analisi delle situazioni contingenti e la
definizione degli interventi.
la supervisione: è
luogo di parola e di ascolto per l’educatore, dove egli può
rielaborare l’esperienza del lavoro educativo e i carichi emotivi
connessi.
Oggetto delle
supervisioni sono gli interventi educativi, i casi problematici, le
osservazioni sui ragazzi e sulle dinamiche interpersonali fra
educatori e ragazzi, il vissuto degli educatori.
Ha valenza formativa, di
controllo delle metodologie di lavoro, di aiuto e sostegno
all’operatore. La supervisione è infatti “di équipe” e
“personale”.
A questo scopo si
usufruisce della figura del “supervisore”, esterna alla comunità.
5. Fasi e azioni previste del progetto
I azione: lavori ristrutturazione immobile
Una volta individuato il casale da
adibire a casa famiglia, sarà necessario un progetto architettonico
e lavori per ristrutturare l’immobile tenendo conto presenti i
requisiti strutturali. Si stima una durata di circa sei mesi.
II azione: acquisto beni strumentali
Per avviare l’attività
di accoglienza si rende necessario l’acquisto alcune attrezzature,
materiali e forniture:
- arredamenti: camere dei ragazzi, spazi comuni (bagni, soggiorno, camera da pranzo), cucina;
- grandi elettrodomestici: frigorifero, lavastoviglie, forno a microonde, congelatore, lavatrice, asciugatrice;
- attrezzature cucina: posate, pentole, piccoli elettrodomestici, stoviglie;
- biancheria per la casa: tovaglie, asciugamani, accappatoi, lenzuola, piumini;
- personal computer e attrezzature didattiche per i ragazzi;
- arredi per esterni: tavolo e sedie per giardino, panchine, ombrelloni, attrezzature parco giochi, attrezzature sportive.
- automezzi: un’automobile ed un pulmino.
Questa fase è collocata
nel terzo trimestre del progetto.
III azione: pubblicità
L’iniziativa verrà
presentata con l’organizzazione di una giornata di tipo seminariale
sul rapporto fra comunità per minori e affido eterofamiliare.
IV azione: inizio attività di accoglienza
Il progetto presentato
riguarda il periodo di avvio dell’iniziativa, che continuerà a
tempo indeterminato, oltre i ventiquattro mesi indicati nella
richiesta di finanziamento.
Il primo anno riveste
tuttavia un’importanza particolare per l’incidenza dello sforzo
progettuale, dell’investimento economico, per le dinamiche
comunitarie legate alla formazione dell’èquipe educativa e
all’inserimento di nuovi minori.
Ci sarà un periodo di
sperimentazione (circa 3 mesi) per costituire una l’equipe che
affianchi la coppia residente, approfondire la formazione, collaudare
l’intesa, mettere a punto i dettagli del progetto. Questo periodo
sarà sovrapposto all’azione di arredo e preparazione della casa,
nel corso del terzo trimestre.
Al termine di questo
periodo, quando la casa e l’equipe saranno pronte per in nuovi
ospiti, avrà inizio la fase di accoglienza vera e propria.
L’accoglienza dei
minori nella nuova casa famiglia verrà valutata con la massima
attenzione, tenendo conto della situazione del minore in funzione del
progetto della comunità, in modo da ridurre al minimo il rischio di
insufficiente raggiungimento dei risultati di cura prefissati nel
progetto individualizzato del bambino.
Per poter seguire
correttamente tale procedura, è prevedibile un periodo di alcuni
mesi prima di raggiungere il numero massimo di minori accolti.
La fase dell’accoglienza
oggetto del progetto durerà 15 mesi.
Cronogramma
accoglienza
|
|||||||||||||||||||||||
acquisto beni strumentali
|
|||||||||||||||||||||||
pubblicità
|
|||||||||||||||||||||||
lavori ristrutturazione
|
|||||||||||||||||||||||
fase sperimentale
|
|||||||||||||||||||||||
AZIONI |
|||||||||||||||||||||||
MESI
|
settembre ’14
|
Ottobre
|
novembre
|
dicembre
|
gennaio ‘15
|
febbraio
|
marzo
|
aprile
|
maggio
|
giugno
|
luglio
|
agosto
|
Settembre’15
|
ottobre
|
novembre
|
dicembre
|
gennaio ‘16
|
febbraio
|
marzo
|
aprile
|
maggio
|
giugno
|
Luglio
Agosto
Settembre
|
VERDE SPERANZA: MANUTENZIONE DEL VERDE E ADDOBBI FLOREALI
- MOTIVAZIONI DEL PROGETTO
L’associazione
Il Tetto Casal Fattoria onlus ha iniziato, nel 2011, il
progetto Verde Speranza, volto a favorire l’inserimento sociale di
figure deboli come i minori che escono dalle case-famiglia e i minori
stranieri non accompagnati.
I
giovani destinatari del progetto vengono inseriti in attività di
progettazione e manutenzione di parchi e giardini e nella
realizzazione di centrotavola, ghirlande, bouquet da sposa e
bottoniere, mazzi di fiori e qualsiasi altra decorazione floreale per
chiese, ristoranti, alberghi, case, giardini.
L’idea
di questo progetto nasce dall’evidenza che, sebbene in questi anni
siano stati fatti molti sforzi per garantire pari opportunità di
accesso al lavoro alle categorie svantaggiate, l’attuale crisi
economica e occupazionale ha evidenziato la necessità di sviluppare
ulteriori percorsi “protetti” di inserimento lavorativo per
persone con particolari fragilità.
Il
progetto ha l’ambizione di proporsi con un approccio
imprenditoriale, puntando alla sostenibilità nel tempo della propria
attività, sviluppando nuovi progetti indipendenti che creino una
spirale virtuosa di possibilità lavorative.
- DESTINATARI
Giovani
ospiti di comunità educative
Il
raggiungimento dei 18 anni raramente corrisponde ad un’effettiva
capacità di vita autonoma da parte dei ragazzi nell’odierna
società italiana. Ancora più difficilmente questa capacità sarà
sviluppata in un adolescente che si trova a raggiungere questo
traguardo avendo alle spalle una famiglia gravemente problematica o
un passato di solitudine e abbandono.
In
molte comunità per minori sono ospitati oggi ragazzi che si
avvicinano al compimento della maggiore età (o che la hanno già
superata) per i quali, oltre a non essere stato possibile il rientro
nelle loro famiglie naturali, non è ancora giunto il momento di una
completa autonomia, si trovano così nella condizione di non poter
contare altro che su loro stessi e sull’assistenza sociale per il
proprio sostentamento e di non aver altri riferimenti affettivi ed
educativi.
Minori
stranieri non accompagnati
Il
fenomeno dei giovani che arrivano a Roma in età minore e che hanno
bisogno di aiuto accomuna diverse realtà.
Sono
ragazzi che non hanno più famiglia, o che ne hanno perso le tracce,
oppure che hanno famiglie in difficoltà e che loro si ripropongono
di aiutare lavorando in un paese ricco.
Alcuni
di loro scappano dalla guerra, e magari hanno subito violenze e
torture. Tutti hanno affrontato viaggi lunghissimi, e si sono
guadagnati con i più diversi espedienti lo “sbarco” nel nostro
paese.
La
loro condizione di essere soli e molto giovani li rende vulnerabili,
e accentua la difficoltà di inserimento nel tessuto sociale
italiano.
Finalità generali e obiettivi del progetto
Verde
Speranza è un progetto volto a favorire l’inserimento sociale di
figure deboli come i minori che escono dalle case-famiglia e i minori
stranieri non accompagnati, questo obiettivo non può prescindere
dalla possibilità del giovane di avere un’indipendenza economica
conquistata attraverso il lavoro. Verde Speranza ha l’obiettivo di
potenziare e sviluppare le attività dedicate al sostegno, alla
formazione e all’inserimento lavorativo di giovani svantaggiati.
Fasi e azioni previste del progetto
Azione
1 – formazione professionale per 10 beneficiari
- corso teorico-pratico, diviso in 4 moduli: botanica/fisiologia vegetale, orticoltura, giardinaggio, addobbi floreali.
- tirocinio formativo: i beneficiari possono sperimentarsi direttamente nel lavoro attraverso il tirocinio presso le attività di Verde Solidale o in altre aziende esterne.
- supporto educativo e tutoraggio all’inserimento lavorativo, volto a sostenere il tirocinante e l’azienda. Il tutoraggio al giovane avviene normalmente fuori dall’orario di tirocinio in incontri settimanali di verifica; quello all’impresa si configura come una consulenza.
Azione
2 – Attività di impresa
-
- Inserimento lavorativo nel progetto “verde solidale” dei giovani formati attraverso borse lavoro trimestrali.
- Produzione e vendita di ortaggi
- Produzione di servizi di manutenzione del verde ornamentale e di giardinaggio
- Realizzazione di allestimenti floreali per cerimonie ed eventi
Le
entrate di questa azione servono per i costi vivi (semi, piante,
fiori, ecc) e per la retribuzione dei giovani.
Azione
3 – promozione del progetto mirata non solo al consolidamento e
all’ampliamento della produzione ma anche alla divulgazione degli
obiettivi sociali che lo animano, anche attraverso la partecipazione
ad eventi/manifestazioni/fiere.
-
- consulenza di comunicazione per l’ampliamento del volume dei ricavi e per l’individuazione dei potenziali clienti pubblici e privati
- elaborazione e produzione di materiale promozionale (pieghevoli, locandine, comunicazione web, newsletter)
Azione
4 – acquisti operativi
4.1
noleggio veicolo per trasporto di persone e cose;
4.2
una cella frigorifero per la conservazione dei fiori
recisi;
4.3
attrezzi vari da giardinaggio e materie prime.
- Metodologie d’intervento
Struttura
organizzativa
Il
progetto prevede un coordinatore tecnico e uno educativo che
organizzano e gestiscono le risorse umane ed economiche; sono inoltre
responsabili del monitoraggio e della valutazione.
Inserimento
lavorativo
I
ragazzi faranno esperienza di loro stessi in un contesto nuovo,
sostenuti dal carattere “protetto” della borsa lavoro.
La
metodologia applicata per la loro formazione è quella del Sistema
Adkins che si ispira al principio dell’experiential learning, cioè
a quel paradigma teorico che enfatizza il ruolo dell’esperienza e
del vissuto emozionale nei processi di apprendimento.
Lo
schema di apprendimento si propone di sviluppare le abilità dei
ragazzi in un’ottica globale, coinvolgendo il mondo interiore, le
conoscenze ed il comportamento di ognuno, in un percorso mirato
all’acquisizione del livello più alto possibile di maturità
occupazionale.
Marketing
L’implementazione
dell’attività agricola, avverrà secondo due modelli:
- CSA
(Community Supported Agricolture, cioè agricoltura sostenuta dalla
comunità locale): prevede un rapporto di “partenariato”, ovvero
un accordo diretto, tra la comunità ed i coltivatori locali che
sancisce un impegno reciproco in cui gli acquirenti si incaricano di
coprire i costi operativi dell’azienda garantendo una quota certa
di acquisti locali previo abbonamento. Essi contribuiscono a pagare
le sementi, l’acqua, le attrezzature, la manodopera, il trasporto.
In cambio l’azienda agricola garantisce un’offerta di ortaggi
biologici freschissimi, raccolti appena prima di essere consegnati.
Questa relazione mutua crea una situazione economicamente stabile.
Attraverso questo canale verrà implementata anche l’attività di
gardening ed addobbi floreali.
Rete
territoriale
Siamo
convinti dell’importanza del lavorare all’insegna
dell’integrazione e della concertazione delle risorse disponibili,
partendo “dal basso”, cioè dai bisogni effettivi del territorio.
Intendiamo rafforzare la rete di enti che collaborano con il tetto ed
ampliarla, con la finalità di moltiplicare le opportunità,
lavorative e non, dei giovani destinatari e di evitare che il disagio
sociale possa trasformarsi in esclusione.
Cronogramma
Azioni/Mesi | Settembre ‘14 | Ottobre | novembre | dicembre |
gennaio ‘15
|
febbraio
|
marzo
|
aprile
|
maggio
|
giugno
|
luglio
|
agosto
|
settembre
|
Formazione professionale e
|
|||||||||||||
Borsa lavoro | |||||||||||||
|
|||||||||||||
Attività di impresa
|
|||||||||||||
Promozione
|
Preventivo
piano intervento operativo;
1)
Opere di recinzione:
euro: 426.000.00
2)
Restauro e sistemazione casale S. Sisto: euro:
5.112.000.00
3)
Realizzazione di 6 (sei) km percorso pedonale: euro:
225.000.00
4)
Realizzazione di 6 (sei) km percorso ciclabile: euro:
250.000.00
5)
Realizzazione bagni (35 in totale)
previsti
lungo percorsi e interno area archeologica
con
struttura in legno ecocompatibile,
secondo
normativa, con pannelli fotovoltaici: euro: 300.000.00
Inteso
che:
per
il casale S.Sisto e' preventivato anche come ex novo
con
x, lam. (Struttura portante in legno lamellare con coimbentazione
interna
ed esterna, rifinitura con intonaco esterno simile alla muratura).
Secondo
normative:
euro: 5.350.000.00
6)Messa
in sicurezza Casale detto del “Mulino”:
prevista la
locazione della fattoria didattica e agrinido con indirizzo
steneriano, nei casali
conosciuti con
il nome di: Casali del vecchio mulino.
Spesa prevista
di messa in sicurezza e opere di ristrutturazione:
EURO:
1.500.00. AL MQ.
7)Messa in
sicurezza del Casale detto del “Miele”:
prevista la
locazione della casa famiglia e orti urbani, nel casale conosciuto
con il nome di.
Casale del
miele.
Spesa prevista
di messa in sicurezza e opere di ristrutturazione:.
EURO: 1.500.00
AL MQ.
Associazione
Naturalistica G.E.Z.A
Guardie
Ambientali del Mediterraneo
Sezione
Territoriale di Roma
L’associazione
Naturalistica Guardie Ambientali del Mediterraneo sezione Roma
G.E.Z.A nasce nel 17/08/2012, per mezzo di iscrizione n. 15085 serie
3 presso UFFICIO DELLE ENTRATE DIREZIONE PROVINCIALE DI ROMA.
Iscrizione n. 130065 del 29/08/2012, presso la PROVINCIA DI ROMA
DIPARTIMENTO V, RISORSE AGRICOLE ED AMBIENTALI, Con inserimento nella
CONSULTA ATTORI SOCIALI delle AREE PROTETTE PARCHI REGIONALI.
Presentato istanza di iscrizione il giorno 28/11/2012, presso
DIPARTIMENTO TUTELA AMBIENTE E DEL VERDE PROTEZIONE CIVILE ROMA
CAPITALE, è un'associazione di volontariato costituita ai sensi
della Legge 11 agosto 1991, n. 266 e come tale non ha fini di lucro
neanche indiretto ed opera esclusivamente per fini di solidarietà.
L'associazione
ha per scopo la tutela della flora e fauna nonché la salvaguardia
ambientale, ecologica, faunistica, ittica, venatoria, zoofila e
protezione animali. Gli obiettivi primari sono diffondere e favorire
la conoscenza ed il rispetto della natura e dell'ambiente ivi
compreso quello animale sia selvatico che di affezione ed i suoi
equilibri. Concorrere alla tutela del patrimonio naturale, culturale,
storico, monumentale ed archeologico.
L'associazione
in particolare si propone:
Diffondere
e favorire la conoscenza ed il rispetto della natura, e
dell’ambiente, adoperarsi per la tutela dell’ambiente che tenga
conto delle esigenze biologiche e culturali dell’uomo diffondere la
tutela animale e la loro protezione contro i maltrattamenti degli
stessi, nell'organizzare corsi, lezioni, convegni, manifestazioni per
educare i cittadini alla conoscenza e al rispetto dell’ambiente in
generale, collaborare con le autorità dello Stato, Enti locali,
organi di Polizia sia Giudiziaria che Amministrativa atti alla tutela
ambientale ed animale, collaborare con associazioni che perseguono
scopi analoghi, Protezione Civile in caso di calamità naturali,
Soccorso Socio Sanitario (primo soccorso), controllo e monitoraggio
ad ampio raggio delle discariche abusive, lotta attiva contro
l'abbandono selvaggio di rifiuti di ogni genere.
Delle Fave
Giuseppe
Sede
Legale e Amministrativa Via L. Gigliotti 69 00156 Roma
Tel/fax
+39 06 411 00 92 Cell. +39
3490677308
Risorse da reperire per
il Progetto
1) REGIONE LAZIO ART. 11
Finanziamento Fase A del
Progetto
2) FONDO EUROPEO SVILUPPO REGIONALE
(FESR)
Finanziamento Fase B del
Progetto
- 20% FONDI PRIVATI (Fondazioni, banche ,imprese, ecc.)
Fondi UE, all'italia restano 12
miliardi:
Nel
frattempo, grazie ai precedenti governi che hanno rinegoziato la
quota di co-finanziamento nazionale dal 50 al 25%,
l'Italia è riuscita a risparmiare circa 12 miliardi.
Cit. Messaggero
11-03-2014
il progetto è aperto a tutti, se avete proposte, idee, ecc... possiamo costruire tutti insieme il nostro parco...
RispondiEliminala parte dell agrinido è molto interessante ma nn sono riuscita a trovare nel vs dettaglio nessuna informazione. NoN fa più parte del vs progetto?
RispondiEliminaBuona giornata Emanuela
Questa è una ipotesi di progetto, la fase di realizzazione è in via di sviluppo, in elaborazione da parte dei nostri tecnici. Se hai proposte saremo lieti di parlarne presso i nostri uffici. Via Ignazio Silone, 185 Tel. 06 87751437 Cell. 347 6522596 (Mirko)
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