venerdì 14 marzo 2014

Progetto del Parco integrato Riserva Naturale Laurentino-Acqua Acetosa (Blog)

Se avete qualche idea su questo proggetto, scrivetelo qui. Saranno valutate e prese in considerazione le migliori e sarete ricontattati.



Progetto Parco Integrato Riserva Naturale Laurentino-Acqua Acetosa

Generalità

La Riserva Naturale Laurentino Acqua Acetosa, delimitata a nord dagli edifici intensivi del quartiere Laurentino – Fonte Ostiense, si estende tra la via Pontina ed il comprensorio dell’Acqua Acetosa. Tutta questa area è stata interessata dall’intensa attività del Vulcano Laziale, che con le sue colate ha caratterizzato questa parte della campagna romana. In questa zona si trovano infatti estesi banchi di tufo, lava e pozzolana. Altro elemento importante è la sorgente di acqua minerale che sgorga all’interno della Riserva, e che prende nome di Acqua Acetosa per la notevole presenza di anidride carbonica. Nella Riserva esistono importanti presenze archeologiche: lungo l’attuale via Laurentina fu scoperto infatti nel 1976 un importante sito archeologico, costituito da un abitato fortificato e da una necropoli con tombe databili tra l’VIII e il VII secolo a.C. Secondo alcuni studiosi potrebbe trattarsi della città di Tellene o di Politorium, uno dei tre centri dell’antico Agro Romano distrutti dal re Anco Marzio (il terzo centro, Ficana, è stato identificato nell’area della moderna Acilia). La vegetazione presente nella riserva, benché in gran parte degradata dall’urbanizzazione, è molto diversificata. Lungo i corsi d’acqua si trovano pioppi e salici, mentre intorno ai fossivi vi sono canneti, che formano un ottimo ambiente per numerosi uccelli acquatici e alcuni rettili come la biscia dal collare. In ambienti caratterizzati da rupi tufacee sono presenti  piante tipiche della macchia mediterranea come il leccio, la roverella  e l’orniello. Molto numerose sono infine le piante officinali. Nei fossi di acqua dolce che attraversano la Riserva, come il Fosso del Ciuccio, vivono il granchio di fiume, la rana, il rospo e il tritone. Tra i rettili, oltre alla biscia dal collare, si trovano il biacco, la lucertola, il geco. Tra la fauna notturna sono presenti la volpe, la civetta e i pipistrelli nani, mentre tra i rapaci, che spesso nidificano nei numerosi casali della Riserva, il gheppio, la civetta e il falco pellegrino. Numerose infine le specie di uccelli, tra cui l’airone cinerino, la gallinella d’acqua, l’upupa e l’usignolo.








Perchè nasce il Progetto Integrato del Parco


La rilevanza del Parco sia per gli aspetti acheologici che naturalistici non ha impedito un lento e progressivo degrado. La cartellonistica dei sentieri è stata distrutta così come molte recinzioni, i sentieri stessi sono scomparsi, ovunque sono depositati rifiuti, sono sorte baracche di fortuna lungo i margini dei fossati ed una parte della riserva è stata occupata da orti abusivi. L’area archelogica è totalmente abbandonata alla mercè dei vandali, le reti di recinzione distrutte in più punti. L’abbandono della riserva, la mancata manutenzione la distruzione dei lampioni lungo il percorso attrezzato del Fosso del Ciuccio, hanno reso impraticabile ed insicura tutta l’area, non eiste pertanto alucna possibilità di fruizione da parte dei cittadini che viene usata solo nelle ore diurne di molti per i bisogni dei loro cani.
Prendendo atto di questa situazione intollerabile, mai sanata dalla precedente amministrazione dell’ex XII.o Municipio (ora IX.o) alcune associazioni di quartiere e cooperative sociali tra cui l’Asssociazione Culturale La Scintilla (presente da moltissimi anni nel territorio, L’Associazione Sportivo Dilettantistica Keiro, la Cooperativa hanno costituito insieme a numerose persone di elevata professionalità come naturalisti,archeologi,architetti,agronomi hanno costituito un Gruppo di Progetto che intende elaborare un piano di rilancio e fruizione del territorio tramite la creazione di un Parco Integrato, ossia un Parco polifunzionale in grado di offrire ai cittadini strutture sociali, culturali, ricreative, turistiche e di orti biologici. Il Parco diventerà quindi una risorsa sia per gli abitanti del quartiere in grado di attrarre anche turisti.



I benefici sociali ed economici di un Parco Integrato

Il Progetto da attuare gradualmente prevede queste fasi e attività;

FASE A :

  1. Bonifica dell’area (sfalcio, pulitura dei sentieri, pulizia dai rifiuti, censimento degli insediamenti abusivi,etc.) .
  2. Bonifica del terreno dedicato in passato ad attivita’ di rottamazione autoveicoli e causa dell’inqinamento delle sorgente S.Paolo col Sistema della Fitomediazione.
  3. Ripristino della cartellonistica con materiali antivandalismo
  4. Ripristino dell’illuminazione per rendere sicuri i percorsi
  5. organizzazione di un primo gruppo di gestione del Parco costituito da giovani disoccupati e abitanti del quartiere che si occuperà della manutenzione sorveglianza e promuoverà la fruizione del parco attraverso attività ludiche per famiglie e bambini, visite guidate, attività sportive guidate sia per giovani ed anziani.collaborazione con i Centri Anziani del quartiere per favorire riabilitazione motoria, ginnastica dolce, passeggiate all’aperto dei soggetti anziani.
    1. Creazione di un punto noleggio biciclette








FASE B

  1. Ripresa dei scavi archeologici, Restauro del Casali di S.Sisto da destinare a Centro Visite, Museo, Sala Incontri, Aule didattiche, Sede del parco Integrato.
  2. Attrezzamento di un percorso visite all’interno dell’Area Archeologica con cartelli esplicativi ed organizzazione di visite guidate
  3. Creazione di un punto ristoro e spaccio prodotti biologici in un casale in disuso.)
  4. Allestimento degli orti biologici sotto la guida di agronomi da destinare alla gestione degli abitanti del quartiere, i prodotti saranno venduti nello spaccio interno
  5. Creazione di Fattoria Didattica con Agri Nido a indirizzo Steneriano,-
  6. Creazione “Casa Famiglia”.
  7. Creazione spazi per disabili.



































FASE A : IPOTESI DI COSTI

Interventi di riqualificazione ambientale e paesaggistica della riserva naturale di Laurentino Acqua Acetosa

Il presente capitolato, ha per oggetto l’esecuzione delle attività di manutenzione straordinaria del verde pubblico dell’area Archeologica Laurentino Acqua Acetosa (circa ha 20,00) e di bonifica e rispristino naturalistico dei bacini idrografici della riserva naturale di Laurentino Acqua Acetosa (c.ca Km 2,00), al fine di una riqualificazione e valorizzazione ambientale dell’intera area.
La riserva si presenta caratterizzata da lembi di campagna romana (campi, incolti, boscaglie e spallette boscose) . Le aree verdi si trovano in condizioni di degrado (discariche di materiali inerti, orti urbani abusivi, ecc.) e anche i corsi d’acqua presenti sono estremamente inquinati.
Nelle area verde e nei corsi d’acqua, verranno effettuati interventi, volti alla salvaguardia ambientale, soprattutto il fosso dell’Acquacetosa ed il fosso di Vallerano, fortemente inquinati da scarichi urbani abusivi e da discarica di materiale vario.

INTERVENTI VEGETAZIONALI
  1. Interventi nell’area verde Archeologica
  2. interventi nei corsi d’acqua
  3. intervento presso la fonte dell’Acqua Acetosa.

INTERVENTI NELL’AREA VERDE ARCHEOLOGICA Laurentino Acqua Acetosa (circa ha 20,00)
  1. Manutenzione straordinaria dei tappeti erbosi
L'intervento comporterà la tradizionale operazione di taglio dell'erba che avrà come obiettivo la conservazione e l'infittimento del cotico erboso, in modo tale da garantire sia la protezione e conservazione del suolo, sia l'agevole fruizione delle aree verdi, nonché le funzioni estetiche, igieniche e di decoro delle medesime, in rapporto al contesto specifico di ciascun’area.
Tale operazione sarà perciò eseguita con le modalità dettate dalla buona tecnica agraria, in modo tale da favorire l'accestimento delle erbe ed il giusto equilibrio fra le specie che costituiscono la popolazione erbacea costituente il prato.

La manutenzione dei tappeti erbosi si compone di un insieme organico di interventi di esecuzione:
- pulizia
- tosatura
- rifilatura dei bordi, delle scoline e delle scarpate
- raccolta ed evacuazione della vegetazione recisa.

La pulizia dei tappeti erbosi da ogni oggetto estraneo (es. foglie secche, carta, residui plastici, oggetti vari, materiali di discarica), completa ed accurata.
La tosatura dei tappeti erbosi verrà eseguita mediante macchina semovente a lama rotante, radente o elicoidale.
Le operazioni di tosatura saranno completate con il taglio a mano attorno ai soggetti arborei e arbustivi e con il taglio mediante decespugliatore attorno ai manufatti o, più in generale, nei punti dove non sarà possibile accedere con mezzi diversi.
La tosatura comprende l’eliminazione di tutte le piante (arboree, arbustive ed erbacee infestanti) cresciute spontaneamente sui tappeti erbosi, lungo i cordoni o sottochioma ad alberi e ad arbusti.
La refilatura delle aiuole comprende l'eliminazione della vegetazione infestante cresciuta nello spazio interstiziale tra il cordone e il tappeto erboso.
La raccolta della vegetazione recisa sarà eseguita contestualmente al taglio, il materiale di risulta verrà evacuato totalmente dall'area.
  1. Manutenzione degli arbusti
La manutenzione degli arbusti comprende:
  1. Potatura di allevamento dei soggetti giovani, differenziata per periodo e tecnica di esecuzione in base al genere e/o alla specie, potatura di arbusti e rampicanti presenti nell’ area verde;
  2. Eliminazione della vegetazione arborea, arbustiva ed erbacea infestante cresciute spontaneamente all'interno dei gruppi di arbusti, cioè dove il loro sviluppo reca danno fisiologico od estetico;
  3. Irrorazione alberi, siepi, aiuole e singole piante floreali con prodotti fito-sanitari-chimici (concimazioni, disinfestazioni anticrittogamiche e funghicide, trattamenti anti germinanti);
  4. Formazione e/o ripristino della pacciamatura sottochioma alle piante;
  5. Spollonatura e scerbatura di polloni ed erbe, cresciuti al piede delle alberature presenti nelle aree d’intervento, compresa la recisione dei ricacci o dei rami più bassi o degli arbusti nati spontaneamente;
  6. Abbattimenti di natura straordinaria totale o parziale di piante ad alto fusto secche e\o malate od ormai vetuste e/o pericolose;
c) Intervento sulle alberature, con la tecnica del tree-climbing.
La potatura verrà effettuata in modo da conservare il portamento naturale della pianta utilizzando di massima le modalità previste dalla tecnica del "taglio di riforma". L'accorciamento dei rami avverrà in corrispondenza di un ramo secondario di adeguate dimensioni. Nel caso di asporto di branche, i tagli verranno effettuati in modo obliquo immediatamente al di sopra del collare e saranno netti e ben definiti, senza provocare scosciature alle branche o al tronco. Nel caso di contenimento/rimonda della chioma, verranno eliminati i rami morti o ammalati e i rami in sovrannumero o sovrapposti.

  1. Potatura di riforma, sfoltimento e contenimento.
  2. Pulizia dal secco, rami spezzati e pericolanti.
  3. Consolidamento di piante o branche pericolose.
  4. Analisi di stabilità con il metodo VTA (Visual Tree Assessment = Controllo visuale dell’albero)
  5. Abbattimento.

L'abbattimento di alberi fortemente senescenti, afflitti da patologie, deperiti o instabili, avverrà senza danneggiare manufatti o l'attigua vegetazione.
Per le piante di notevole dimensione, situate in prossimità di edifici, l'abbattimento dovrà essere effettuato con la tecnica della “sbrancatura progressiva” per poi procedere con la “depezzatura graduale” del fusto dall'alto verso il basso, al fine di ridurre il pericolo di danni derivanti dall’impatto del fusto in caduta.
Le lavorazioni suddette, verranno effettuate utilizzando la tecnica del Tree climbing, dove l'operatore è vincolato, per mezzo di un'imbracatura ad una corda doppia.
Utilizzando questa metodica di lavoro è possibile effettuare interventi di potatura, di rimozione di ogni parte secca, degenerata o comunque pericolosa (branche secche o malate in vicinanza di case, strade, scarpate, etc.), su qualsiasi albero, senza necessariamente ricorrere ai mezzi operativi tradizionali (piattaforme di elevamento), sicuramente più invasive e non sempre utilizzabili.

L’utilizzo di questa tecnica ci permette un approccio alla pianta innovativo; ci si muove dall’interno verso l’esterno, dove gli operatori su piattaforme elevatrici ed autogrù non possono arrivare. Ogni albero potato o semplicemente “ripulito” utilizzando questa tecnica sarà più sano, più bello e certamente più sicuro.
Il risultato è dimostrato da un elevato livello qualitativo degli interventi nel rispetto degli alberi e di ciò che li circonda.

d) Potatura siepi
L’intervento di potatura delle siepi verrà effettuato con l’accorciamento della vegetazione, secondo superfici di taglio regolari, senza gobbe ed avvallamenti, senza rientranze o sporgenze che non siano stati previsti, che verranno eseguite con tosasiepi a motore, forbici pneumatiche o forbicioni. Eliminazione della vegetazione erbacea ed arbustiva infestante cresciuta all’interno di siepi e arbusti e tutte le parti morte o disseccate.
Tutti i materiali di risulta, compresi eventuali rifiuti sparsi sotto l’area di insistenza delle siepi saranno asportati e smaltiti in discarica autorizzata a cura e spese dell’Impresa.
e) Trattamenti fitosanitari e di lotta preventiva
La lavorazione riguarda i trattamenti fitosanitari di lotta ad agenti patogeni o che si debba o intenda combattere, su esemplari arborei mediante l'utilizzo di principi attivi specifici, autorizzati dal Ministero della Sanità, secondo le prescritte modalità tecniche di somministrazione, privilegiando, quando possibile, l'intervento di tipo endoterapico e privilegiando impieghi di principi attivo in prodotto registrati dal Ministero della Sanità in soluzione acquosa.
f)Pulizia generale delle aree grigie, della vegetazione infestante che dovesse svilupparsi intorno a tutti gli elementi naturali o d’arredo, nei vialetti, nelle superfici pavimentate, che sarà asportata e smaltita a cura e spese dell’Impresa.
g) Pulizia generale dell’area, raccolta di tutti i rifiuti presenti, dei materiali di risulta, di materiali inerti, in tutte le superfici di verde, che saranno asportati e smaltiti presso la discarica autorizzata a cura e spese dell’Impresa.

A lavoro acquisito, tutte le aree oggetto della proposta, verranno trattate con interventi mirati e con l’impiego straordinario di tempo e mezzi, tanto da riportare brevemente tutta la vegetazione ad uno standard ottimale di benessere vegetativo ed estetico, al momento carente.


INTERVENTI NEI BACINI IDROGRAFICI della riserva naturale di Laurentino Acqua Acetosa di bonifica e rispristino naturalistico (c.ca Km 2,00),
Il presente progetto ha lo scopo di eseguire la bonifica e il ripristino ambientale dei corsi d’acqua ricadenti della riserva naturale di Laurentino Acqua Acetosa, che si presentano con un sistema ecologico ed idrogeologico fortemente degradato.
La criticità ambientale dei sistemi idrici è evidenziata dai consistenti livelli d’inquinamento microbiologico e dalla presenza di materiali e rifiuti di varia natura, sia solido che liquido.
In particolare saranno oggetto del progetto l’esecuzione della bonifica, attraverso la rimozione dei rifiuti, al recupero e/o smaltimento del materiale abbandonato secondo la normativa vigente.
Gli interventi di bonifica consisteranno nella pulizia del sito con recupero e smaltimento del materiale abbandonato nei bacini dei corsi d’acqua, il tutto eseguito secondo la normativa vigente.


GLI INTERVENTI PREVISTI
  1. Individuazione dei banchi di rifiuti smaltiti abusivamente, con l’identificazione di massima dei materiali rilevati (come ad esempio carta, 
metalli, rifiuti ingombranti, inerti, etc), o di materiali di riporto (rifiuti, materiali di demolizione, materiali terrosi), il loro stato di contaminazione e le caratteristiche chimico-fisiche di tali materiali che potranno influire sui successivi trattamenti di bonifica, verifica di eventuale fuoriuscita di percolato;
  2. Taglio della vegetazione infestante erbacea e arbustiva cresciuta sul fondo alveo e sulle arginature dei corsi d’acqua, compreso taglio selettivo delle alberature eseguito a mano e con mezzi meccanici e distruzione del materiale di risulta;
  3. Rimozione con le modalità che arrecheranno il minor impatto ambientale possibile;
  4. Smaltimento presso impianti idonei di categoria adeguata alla classificazione dei rifiuti e a seconda della pericolosità del rifiuto.

Tutti i lavori, saranno eseguiti secondo le migliori regole d’arte e secondo le prescrizioni impartite dalla Direzione, rimanendo stabilito che l’Impresa attuerà a sue cure e spese tutti i provvedimenti necessari per evitare il verificarsi di danni alle opere, alle persone ed alle cose in genere, intendendosi pertanto che l’Amministrazione appaltante resterà sollevata ed indenne da qualsiasi responsabilità verso terzi e da qualunque molestia giudiziaria che dovesse derivare dalla esecuzione dei lavori. 
 L’Appaltatore avrà la facoltà di sviluppare i lavori nel modo che crederà più conveniente per darli perfettamente compiuti nel termine contrattuale nel rispetto degli standard di qualità previsti.
Sono a carico dell’Appaltatore tutti gli oneri ed obblighi imposti dalle vigenti norme, la manutenzione, il trasporto di qualsiasi materiale o mezzo d’opera, attrezzi e opere provvisionali e quanto altro occorre alla esecuzione piena e perfetta dei lavori.
L'Impresa sarà responsabile dei danni derivanti da negligenza, imprudenza, imperizia, inosservanza di prescrizioni di legge e di prescrizioni del presente capitolato, arrecati per fatto proprio o dei propri dipendenti a persone e cose proprie o di altre ditte o di terzi.
 La responsabilità dell'Appaltatore si estende ai danni, a persone o cose, che potessero verificarsi per la mancata predisposizione dei mezzi di prevenzione o per il mancato tempestivo intervento in casi di emergenza. A tutto il personale in servizio, per l’impresa, verrà corrisposto il trattamento economico previsto dal C.C.N.L. per la categoria di lavoratore utilizzata, rispettando gli obblighi sui contributi previdenziali ed assicurativi a favore dei dipendenti.

Prezzo a corpo per tutti gl’interventi menzionati €.346.000,00 (iva esclusa)






































FASE B – IPOTESI DI COSTI
AREA ARCHEOLOGICA LAURENTINA ACQUA ACETOSA
PROGETTO DI SCAVO E DI RIPRISTINO
DELLE AREE ARCHEOLOGICHE

PREMESSA

Cenni storici
Negli anni '70 del secolo scorso, nell'area della Laurentina Acqua Acetosa, sono stati rinvenuti un abitato protostorico (Fig. 1), la sua necropoli ed una strada. La tradizione antica ricorda in questi luoghi la presenza di alcuni centri, noti con il nome di Politorium, Tellenae e Ficana. Solo quest'ultimo è stato sicuramente identificato nell'area di Acilia (Monte Cugno), mentre per gli altri due rimane incerto se siano da riferire a Castel di Decima, dove è stato identificato un altro abitato protostorico, o alla Laurentina. Dal momento che secondo la tradizione i tre centri in questione furono distrutti nel VII secolo a.C dal re Anco Marcio nel corso dell'espansione romana verso le foci del Tevere, per il fatto che nell'ordine menzionato dagli storici Tellene fu la prima ad essere stata annientata, è possibile che questo nome corrisponda al sito della Laurentina, il più vicino a Roma.

Gli scavi
Tra gli anni '70 e '90 del secolo scorso furono condotti gli scavi nell'area della Laurentina, in occasione della nascita del quartiere denominato Laurentino 38. Venne portata alla luce una strada arcaica (risalente al VI sec. a.C.) (Fig. 3, 4-6) e scavate circa 200 tombe della necropoli (Fig. 3, 2-5) mentre dell'abitato è stato riportato alla luce solo l'aggere (Fig. 3, 6), ovvero la primitiva opera difensiva posta a nord - est del pianoro (il punto meno difeso naturalmente) nel cui fossato scorreva il tracciato stradale menzionato. Alcune trincee scavate lungo le pendici settentrionali dell'abitati con lo scopo di accertare la presenza di mura, hanno dato esito negativo. Ad oggi rimane quindi da scavare solo il pianoro dell'abitato (dalla curiosa forma di uno spicchio lunare) che corrisponde ad un'area di circa 1 ettaro (ca 12000 mq).
Le tombe si distribuiscono lungo la strada arcaica, le più antiche (IX sec. a.C.) nei pressi dell'abitato e mano a mano che ci si allontana si trovano le più recenti (VIII-VII sec. a.C.), dando luogo ad una sorta di “stratigrafia orizzontale”. Purtroppo alcune cave ottocentesche hanno distrutto parte della strada e le relative tombe nel tratto centrale, dove è stata autorizzata la realizzazione di alcuni palazzi. Per questa ragione l'area archeologica si trova oggi divisa in due blocchi distinti e recintati (Fig. 2).
Gli scavi hanno messo in luce anche un'area arcaica (VI-V sec. a.C.) a settentrione dell'abitato, comprensiva di alcuni edifici evidentemente connessi con la strada antica, che oggi si trovano a nord di via F.T. Marinetti (Fig. 3, 3).
Nelle vicinanze dell'abitato sono state identificate altre tombe protostoriche forse connesse con altri traccati stradali. Va detto a proposito che il centro protostorico della Laurentina, per quanto di ridotte dimensioni, ha dimostrato essere assai fiorente nell'antichità, forse perché posto presso un tracciato stradale importante per il commercio del sale che metteva in comunicazione le saline ostiensi e veienti con l'area di Bovillae, alle pendici dei Monti Albani e da qui distribuito nell'Italia centrale interna attraverso la via Maremmana, il più antico asse stradale latino assieme alla via Salaria.
Di notevole importanza è la necropoli, in particolare l'area orientale di essa, dove si concentrano alcuni gruppi di tombe disposti a formare circoli di varia grandezza probabilmente appartenenti a gruppi familiari. Al centro di ogni circolo che forse in origine si mostrava coperto da un unico tumulo, si colloca di solito una tomba più grande, alcune delle quali assumono carattere principesco.
Il conclusione, l'antichissimo centro della Laurentina, inteso come complesso integrato formato da abitato, strada con accanto le tombe, risulta per la sua facile lettura topografica un rarissimo e tipico esempio di insediamento protostorico del Lazio antico.




ELENCO DELLE ATTIVITA' PREVISTE PER LA VALORIZZAZIONE E FRUIZIONE DELL'AREA DELLA LAURENTINA ACQUA ACETOSA

1.0 Scavo dell'abitato.
Direzione scientifica: Soprintendenza Speciale ai beni archeologici di Roma (o Istituto universitario previa concessione di scavo).

1.1 Strutturazione del cantiere e attività preliminari.
Installazione della Baracca uso ufficio e deposito provvisorio di reperti e attrezzature di scavo. Noleggio di un mezzo meccanico con palista ed un camion con autista per un primo scavo integrale dell'intera area fino ai livelli archeologici (circa 70-100 cm). Le operazioni sono dirette da un archeologo ed effettuate con l'impiego di 4 operai.
Picchettatura dell'area di scavo ad opera di topografi con circa 250 quadrati di m. 5 di lato ottenuti con tondini di ferro.

Costi
Acquisto baracca = 2000
Mezzo meccanico cingolato m2 per n° 30 gg = 12000
Camion per n° 30 gg = 10000
Topografi per rilievo e picchettatura = 20 gg 8000
Archeologo 30 gg = 5400
4 operai x 30 gg = 21600
Totale 59000

1.2 Scavo stratigrafico.
Equipe di scavo (personale privato):
- n°1 archeologo coordinatore
- n°2 archeologi
- n°2 disegnatori
- n°2 topografi
- n°10 operai
Altri profili professionali quali: fotografi, antropologi, restauratori, la cui opera saltuaria è richiesta di volta in volta, sono forniti dalla Soprintendenza.
Attrezzature:
- n°1 bobcat
- Materiale di scavo (pale, picconi, carriole, cassette, gazebo ecc).
Costi
n° 3 archeologi x 6 mesi = 65000
n° 2 disegnatori x 6 mesi = 43000
n° 10 operai x 6 mesi = 216000
Rilievo topografico dello scavo = 10000
Noleggio bobcat x 6 mesi = 60000
Attrezzature di scavo = 1000
Totale 395000

2.0 Scavo dell'aggere e della strada arcaica (primo tratto)
Lo scavo (già effettuato in passato) ed il successivo reinterro necessitano semplicemente l'asportazione di un unico strato argilloso di riempimento mediante l'impiego di:
- n°1 archeologo
- n°4 operai
- n°1 disegnatore
- n°2 topografi
- pala meccanica con palista

Costi

1 archeologo x 15 gg = 2700
4 operai x 15 gg = 10800
1 disegnatore x 7 gg = 1260
Rilievo topografico = 2000
Pala meccanica x 15 gg = 6000
Totale 23000

Scavo dell'area arcaica
n°1 archeologo
pala meccanica con palista
n°4 operai

Costi
n°1 archeologo x 20 gg = 3600
Pala meccanica x 20 gg = 8000
n° 4 operai x 20 gg = 14400
Totale 26000


4.0 Sistemazione della necropoli
Pulizia dell'area. Messa in evidenza delle tombe con relativa copertura originale di blocchi di tufo. Sistemazione area verde.
- n°4 operai x 10 gg = 7200
Totale 7200

4.1 Scavo della strada arcaica (secondo tratto)
- n°1 archeologo
- pala meccanica con palista
- n°2 operai
Costi

n° 1 archeologo x 15 gg = 2700
pala meccanica x 15 gg = 6000
n° 2 operai x 15 gg = 5400 €
Totale 14100 €
Costo totale
524.300

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Bibliografia


Il sito della Laurentina Acqua Acetosa è molto noto in ambito scientifico. Per la viabilità tra Colli Albani e l'agro romano in relazione alle saline ostiensi e veienti d'oltre Tevere, si veda: F. ARIETTI, B. MARTELLOTTA, La tomba principesca del Vivaro di Rocca di Papa, in La regione romana, II, Istituto Nazionale di Studi Romani, 1998, p. 121 ss.; F. ARIETTI, Gli albani e il loro territorio nell'VIII e VII sec. a. C.,in A. Pasqualini (a cura di), Alba Longa: Mito, Storia, Archeologia, Atti dell'Incontro di studio, Roma-Albano Laziale 27-29 gennaio 1994, in Studi pubblicati dall'Istituto Italiano per la Storia Antica, fasc. LX, Roma 1996, pp. 29-48. Una prima notizia degli scavi nell'area della Laurentina, v. A. BEDINI, Abitato protostorico in località Acqua Acetosa Laurentina, in QuadAEI, 1, 1978, pp. 30-34. Le straordinarie scoperte della Laurentina hanno alimentato costantemente il dibattito scientifico sulla protostoria laziale in questi ultimi decenni: A. BEDINI, Struttura ed organizzazione delle tombe principesche nel Lazio. Acqua Acetosa Laurentina: un esempio, in Opus, III, 2,1984, pp. 377-382; A. BEDINI, Abitato protostorico in località Acqua Acetosa Laurentina, in Archeologia a Roma. La materia e la tecnica nell'arte antica, a cura di M. R. Di Mino e M. Bertinetti, Roma 1990, pp. 48-64. Una delle tombe principesche della Laurentina (T. 70) è stata trasportata in Canada a Montreal in occasione della mostra “Roma mille anni di civiltà”: A. BEDINI, La cultura dei principi nel Lazio, in Roma- mille anni di civiltà, a cura di A. La Regina, catalogo della mostra, Montreal 7 maggio-12 ottobre 1992, pp. 62-96.



FRANCO ARIETTI


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Fig 3















PROGETTO CASA FAMIGLIA E ORTI URBANI

Dati generali

Titolo del progetto

un nuovo “tetto”

Nome e ragione Sociale dell’organismo

Associazione “il tetto casal fattoria onlus o.n.l.u.s.”

Tipologia dell’organismo

Organismo di volontariato

Sede dell’organismo

Via Pietro Cuppari 33 - 00134 Roma
tel. e fax 06/5059225
e-mail: iltetto@iltetto.org

Sede operativa del progetto

Casale in Via San Sisto, all’interno della riserva naturale del Laurentino Acqua Acetosa.

Rappresentante legale dell’organismo


Gianna Bacchi


Presentazione dell’intervento proposto

1. Titolo del progetto

un nuovo “tetto”

2. Localizzazione dell'intervento

Dislocazione territoriale

Il progetto verrà realizzato all’interno della riserva naturale del Laurentino Acqua Acetosa.
L’area non ha un tessuto urbano omogeneo, ospitando diverse compagini territoriali, quali zone residenziali e commerciali, campi agricoli, incolti, aree protette di interesse naturalistico e archeologico.
L'area interessata dalla Riserva è una delle più piccole (152 ettari inizialmente, poi aumentati a 273) e delle più degradate della Provincia di Roma. La biodiversità è ridotta a poche specie floreali e faunistiche, in particolare antropofile. Le zone agricole sono quelle più simili all'aspetto precedente il massiccio intervento edilizio.
Per quanto riguarda il sito archeologico, questo è chiuso al pubblico, pur rientrando nell'area di riqualificazione della Riserva, essendo di esclusività della Soprintendenza archeologica di Roma. Questo fazzoletto di terra di pochi ettari risulta essere un punto nevralgico da sciogliere per un coerente sviluppo della Riserva, poiché, oltre alle antichità romane, vi si trovano il casale seicentesco di San Sisto, il vecchio stabilimento di imbottigliamento della Fonte San Paolo, il Deposito Giudiziario e una non ufficiale discarica.

3. Sintesi del progetto

L’Associazione il Tetto Casal Fattoria ONLUS propone l’avvio del processo di ristrutturazione di una parte riserva naturale del Laurentino Acqua Acetosa, attraverso l’affidamento di un casale e di una porzione esterna per realizzare i seguenti interventi di utilità sociale:
  1. una casa famiglia per minori
  2. un progetto di manutenzione del verde e orti urbani solidali
  1. LA CASA FAMIGLIA

1. Motivazioni del progetto

L’associazione Il Tetto Casal Fattoria onlus intraprende dal 1984 iniziative di intervento sul disagio minorile e giovanile, attraverso una casa famiglia e numerose esperienze di accoglienza con caratteristiche educative e di inserimento sociale. Promuove progetti di assistenza, sostegno all’infanzia e formazione.

In questo percorso pluriennale l’associazione, in seguito al contatto e alla conoscenza del bisogno sociale, nonché di altre esperienze di aiuto, ha maturato la consapevolezza della necessità di una nuova proposta che risponda all’esigenza di offrire un supporto educativo ed affettivo a coloro che in varie forme sono coinvolti in esperienze di affido.

La decisione di dare l’avvio di una nuova casa famiglia avviene in seguito ad un attento esame della situazione dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia e nel Lazio, all’evoluzione delle politiche di intervento nei confronti dei minori, ad un continuo confronto con gli operatori sociali del territorio, e in base alle richieste di accoglienza ricevute ma non esaudite per mancanza di posti disponibili.

Il “nuovo tetto” coniuga le caratteristiche di una casa famiglia per minori in affido con una marcata dimensione familiare. Il modello si basa sul principio scientifico ed insieme ideologico che sia necessario creare un ambiente familiare per rendere efficace l'azione educativa ed assume quale strumento di cura della sofferenza dei minori la costituzione di legami affettivi stabili e significativi. Per questi motivi anche “il nuovo tetto” si avvarrà della presenza residenziale di una famiglia, di un ristretto numero di operatori, e di uno psicologo supervisore.

2. Destinatari dell’intervento

Ragazzi provenienti da situazioni familiari pregiudizievoli per la loro crescita e la loro realizzazione, i quali hanno sviluppato una sofferenza personale significativa tale da richiedere un lavoro di comunità, prima di poter affrontare con possibilità di successo il rientro nella famiglia di origine o un affidamento ad una nuova famiglia.
I minori, fino a sei, vengono inseriti fra gli 8 e i 13 anni di età. La permanenza stimata media è di due anni.
L’ammissione è subordinata ad uno screening che ha come obiettivo la valutazione delle possibilità del minore di ricevere beneficio dalla permanenza presso la casa famiglia.

3. Requisiti strutturali

La Casa famiglia dovrà possedere caratteristiche minime funzionali e strutturali che attengono alla sicurezza degli utenti, della famiglia ospitante, degli operatori, nonché alla qualità minima delle prestazioni erogate e, pertanto, dovrà essere in possesso dei requisiti definiti dalle norme vigenti in materia urbanistica, edilizia, prevenzione incendi, igiene e sicurezza.
In particolare la struttura deve garantire le seguenti condizioni:
a) stabilità in situazioni normali od eccezionali, in conformità a quanto previsto dalle norme vigenti;
b) requisiti igienici minimi previsti dai Regolamenti locali di igiene (D.M. 5.07.1975);
c) difesa dagli incendi secondo normativa vigente;
d) sicurezza degli impianti (DM n. 37 del 22.01.08, L. 10/91, D.Lgs 192/05, D.Lgs 311/06 e D.P.R. n. 380/01);
e) visitabilità secondo il D.P.R. n. 503/96;
f) abitabilità in conformità a quanto previsto dalle norme vigenti.
L’organizzazione degli spazi interni (camere, sale, servizi igienici, ecc.) dovrà essere tale da garantire agli ospiti il massimo di fruibilità e di privacy, con particolare riferimento al mantenimento ed allo sviluppo dei livelli di autonomia individuale; l’adozione di soluzioni architettoniche e la suddivisione degli spazi interni dovranno tenere conto delle caratteristiche dell’utenza a cui è destinata la struttura e della presenza di una coppia residente, allo scopo di garantire la funzionalità delle attività che vi vengono svolte.
La Casa Famiglia sarà dotata di una carta dei servizi in cui sono definiti i criteri per l’accesso ai servizi, le modalità di funzionamento degli stessi e le procedure per assicurare la tutela degli utenti.

4. Progetto educativo della casa famiglia

4.1 Finalità generali e obiettivi del progetto

La comunità si pone come risposta a tempo determinato, intervento a tempo, “passaggio”: la comunità deve fornire gli strumenti per superare se stessa.
L’obiettivo prioritario dell’accoglienza in comunità è quello della dimissione del ragazzo verso una condizione stabile e duratura:
  1. aiutare il ragazzo a ricostruire il rapporto con la famiglia di origine nell’ottica di un ritorno a casa;
  2. nell’impossibilità di un ipotesi di rientro in famiglia, aiutarlo a trovare e ad inserirsi in una nuova famiglia, in affidamento o in adozione;
  3. in terza ipotesi, se anche la soluzione della famiglia affidataria o adottiva non fosse realizzabile, aiutarlo a raggiungere un livello di autonomia tale da permettergli un positivo inserimento nel mondo degli adulti;
  4. nel caso non fosse realizzabile un passaggio diretto fra casa famiglia e vita autonoma, per oggettive difficoltà del ragazzo, proporre l’esperienza della semi-autonomia o quella della “autonomia accompagnata”, o ancora di un’altra comunità dalle caratteristiche più adatte a un giovane già grande ma non in grado di affrontare autonomamente la vita adulta.
In tutti i casi, se è vero che il ragazzo deve superare il momento della comunità, è anche vero che nel periodo in cui vi ha vissuto si saranno costruiti dei rapporti umani che andranno oltre il suo permanere in casa famiglia, e che in alcuni casi potranno rappresentare per lui punti di riferimento fra i più importanti di una futura vita autonoma.
Il progetto educativo della comunità è finalizzato a ricercare il massimo livello di qualità del servizio, a partire dal rispetto dei requisiti previsti dalle normative in materia di qualità, impegnandosi a ricercare continui margini di miglioramento nel servizio offerto, negli standard strutturali, nell’inquadramento contrattuale degli operatori che lavorano a contatto con i bambini, ecc..
Altra caratteristica qualificante il lavoro della comunità è la piena collaborazione con i servizi sociali territoriali, quelli affidatari dei minori, il Tribunale per i minorenni, le famiglie di origine dei ragazzi, e gli altri soggetti a diverso titolo coinvolti nella cura dei ragazzi stessi e nel progetto nel suo complesso.
La comunità si caratterizza inoltre per un lavoro di stretta collaborazione con le famiglie di origine dei minori, e con quelle candidate all’affido o all’adozione, finalizzata a un percorso di accompagnamento e “follow-up” dell’inserimento del minore nella sua nuova famiglia.
I ragazzi che vengono accompagnati invece alla piena autonomia vengono sostenuti, al di là delle scadenze anagrafiche e burocratiche, nel consolidamento delle potenzialità personali attraverso un percorso individualizzato di formazione e di ricerca del lavoro.

4.2 La comunità come ambiente terapeutico

La casa famiglia rappresenta una risorsa integrata all'interno dell'intervento complessivo di presa in carico del minore ed ha una sua specifica valenza terapeutica in ordine alla riparazione del trauma subito dal minore stesso. La comunità può esprimere tale valenza solo se si configura come un ambiente capace di fornire al minore protezione, accompagnamento nelle varie fasi dell’intervento previsto dal progetto di rete e sostegno funzionale al superamento delle condizioni di pregiudizio vissute.

L’attuazione d’interventi riparativi e terapeutici, intesi come modalità in grado di riattivare processi di cambiamento personale, presuppone una lettura professionale dei compiti di gestione del ménage quotidiano, siano essi riguardanti l’assolvimento delle mansioni domestiche, piuttosto che gli accompagnamenti a scuola e quanto altro occorra al funzionamento quotidiano. L’obiettivo prioritario della comunità, pertanto, è quello di proporsi come ambiente terapeutico e di cambiamento attraverso una continua e costante interpretazione meditata di qualsiasi attività svolta, di qualsiasi intervento offerto, di qualsiasi momento vissuto, strutturato e non, routinario o eccezionale che sia. Lo spazio quotidiano caratterizzato da routine condivise e da un caldo clima relazionale, è un luogo "pensato" nella sua globalità per realizzare l'intervento riparativo e terapeutico. Le attività e le relazioni di ogni giorno offrono informazioni continue sull’evoluzione dei minori accolti. Il confronto fra tutti gli operatori consente all'intero staff di lavorare con un livello di conoscenze e informazioni più integrato e rende possibile la promozione di situazioni ambientali atte a produrre  rilevanti processi di cambiamento. Un ambiente comunitario così pensato consente ai minori di poter rielaborare positivamente le figure parentali per riguadagnarle nel proprio scenario interno. Il contributo professionale offerto dalla comunità, così concepita, aumenta notevolmente l’efficacia dell’intero processo di presa in carico. Agevolando il ripristino di una sana dinamica tra figure genitoriali interne e loro rappresentazioni esterne, si aumenta la possibilità di sviluppi positivi degli inserimenti familiari.

4.3 Metodologia di intervento

Per realizzare tale ambiente terapeutico si utilizzeranno specifici strumenti:
l’èquipe educativa: Il funzionamento della comunità, e il lavoro degli operatori a tutti i livelli, viene organizzato e coordinato dall’équipe educativa.
Sul piano dei processi di lavoro, l’équipe è garanzia della continuità, in modo che assenze e turnover tra educatori non si traducano in interruzione del processo educativo.
La pluralità degli apporti significa poter contare su un ventaglio più ampio di abilità, sensibilità, analisi, idee. La molteplicità dei punti di osservazione e di percezione è il presupposto per una lettura complessa della vita di comunità. Una équipe funzionante rimanda al ragazzo messaggi di rassicurazione, contenimento e coerenza adulta.
la riunione: è uno spazio a frequenza temporale fissa, normalmente una volta a settimana, in cui l’équipe coordina il lavoro di tutti gli operatori, effettua l’analisi delle situazioni contingenti e la definizione degli interventi.
la supervisione: è luogo di parola e di ascolto per l’educatore, dove egli può rielaborare l’esperienza del lavoro educativo e i carichi emotivi connessi.
Oggetto delle supervisioni sono gli interventi educativi, i casi problematici, le osservazioni sui ragazzi e sulle dinamiche interpersonali fra educatori e ragazzi, il vissuto degli educatori.
Ha valenza formativa, di controllo delle metodologie di lavoro, di aiuto e sostegno all’operatore. La supervisione è infatti “di équipe” e “personale”.
A questo scopo si usufruisce della figura del “supervisore”, esterna alla comunità.

5. Fasi e azioni previste del progetto

I azione: lavori ristrutturazione immobile

Una volta individuato il casale da adibire a casa famiglia, sarà necessario un progetto architettonico e lavori per ristrutturare l’immobile tenendo conto presenti i requisiti strutturali. Si stima una durata di circa sei mesi.

II azione: acquisto beni strumentali

Per avviare l’attività di accoglienza si rende necessario l’acquisto alcune attrezzature, materiali e forniture:
  • arredamenti: camere dei ragazzi, spazi comuni (bagni, soggiorno, camera da pranzo), cucina;
  • grandi elettrodomestici: frigorifero, lavastoviglie, forno a microonde, congelatore, lavatrice, asciugatrice;
  • attrezzature cucina: posate, pentole, piccoli elettrodomestici, stoviglie;
  • biancheria per la casa: tovaglie, asciugamani, accappatoi, lenzuola, piumini;
  • personal computer e attrezzature didattiche per i ragazzi;
  • arredi per esterni: tavolo e sedie per giardino, panchine, ombrelloni, attrezzature parco giochi, attrezzature sportive.
  • automezzi: un’automobile ed un pulmino.
Questa fase è collocata nel terzo trimestre del progetto.

III azione: pubblicità

L’iniziativa verrà presentata con l’organizzazione di una giornata di tipo seminariale sul rapporto fra comunità per minori e affido eterofamiliare.

IV azione: inizio attività di accoglienza

Il progetto presentato riguarda il periodo di avvio dell’iniziativa, che continuerà a tempo indeterminato, oltre i ventiquattro mesi indicati nella richiesta di finanziamento.
Il primo anno riveste tuttavia un’importanza particolare per l’incidenza dello sforzo progettuale, dell’investimento economico, per le dinamiche comunitarie legate alla formazione dell’èquipe educativa e all’inserimento di nuovi minori.
Ci sarà un periodo di sperimentazione (circa 3 mesi) per costituire una l’equipe che affianchi la coppia residente, approfondire la formazione, collaudare l’intesa, mettere a punto i dettagli del progetto. Questo periodo sarà sovrapposto all’azione di arredo e preparazione della casa, nel corso del terzo trimestre.
Al termine di questo periodo, quando la casa e l’equipe saranno pronte per in nuovi ospiti, avrà inizio la fase di accoglienza vera e propria.
L’accoglienza dei minori nella nuova casa famiglia verrà valutata con la massima attenzione, tenendo conto della situazione del minore in funzione del progetto della comunità, in modo da ridurre al minimo il rischio di insufficiente raggiungimento dei risultati di cura prefissati nel progetto individualizzato del bambino.
Per poter seguire correttamente tale procedura, è prevedibile un periodo di alcuni mesi prima di raggiungere il numero massimo di minori accolti.
La fase dell’accoglienza oggetto del progetto durerà 15 mesi.

Cronogramma




accoglienza























acquisto beni strumentali























pubblicità























lavori ristrutturazione























fase sperimentale























AZIONI























MESI
settembre ’14
Ottobre
novembre
dicembre
gennaio ‘15
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
luglio
agosto
Settembre’15
ottobre
novembre
dicembre
gennaio ‘16
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
Luglio
Agosto
Settembre


  1. VERDE SPERANZA: MANUTENZIONE DEL VERDE E ADDOBBI FLOREALI


  1. MOTIVAZIONI DEL PROGETTO

L’associazione Il Tetto Casal Fattoria onlus ha iniziato, nel 2011, il progetto Verde Speranza, volto a favorire l’inserimento sociale di figure deboli come i minori che escono dalle case-famiglia e i minori stranieri non accompagnati.
I giovani destinatari del progetto vengono inseriti in attività di progettazione e manutenzione di parchi e giardini e nella realizzazione di centrotavola, ghirlande, bouquet da sposa e bottoniere, mazzi di fiori e qualsiasi altra decorazione floreale per chiese, ristoranti, alberghi, case, giardini.
L’idea di questo progetto nasce dall’evidenza che, sebbene in questi anni siano stati fatti molti sforzi per garantire pari opportunità di accesso al lavoro alle categorie svantaggiate, l’attuale crisi economica e occupazionale ha evidenziato la necessità di sviluppare ulteriori percorsi “protetti” di inserimento lavorativo per persone con particolari fragilità.

Il progetto ha l’ambizione di proporsi con un approccio imprenditoriale, puntando alla sostenibilità nel tempo della propria attività, sviluppando nuovi progetti indipendenti che creino una spirale virtuosa di possibilità lavorative.

  1. DESTINATARI

Giovani ospiti di comunità educative
Il raggiungimento dei 18 anni raramente corrisponde ad un’effettiva capacità di vita autonoma da parte dei ragazzi nell’odierna società italiana. Ancora più difficilmente questa capacità sarà sviluppata in un adolescente che si trova a raggiungere questo traguardo avendo alle spalle una famiglia gravemente problematica o un passato di solitudine e abbandono.
In molte comunità per minori sono ospitati oggi ragazzi che si avvicinano al compimento della maggiore età (o che la hanno già superata) per i quali, oltre a non essere stato possibile il rientro nelle loro famiglie naturali, non è ancora giunto il momento di una completa autonomia, si trovano così nella condizione di non poter contare altro che su loro stessi e sull’assistenza sociale per il proprio sostentamento e di non aver altri riferimenti affettivi ed educativi.
Minori stranieri non accompagnati
Il fenomeno dei giovani che arrivano a Roma in età minore e che hanno bisogno di aiuto accomuna diverse realtà.
Sono ragazzi che non hanno più famiglia, o che ne hanno perso le tracce, oppure che hanno famiglie in difficoltà e che loro si ripropongono di aiutare lavorando in un paese ricco.
Alcuni di loro scappano dalla guerra, e magari hanno subito violenze e torture. Tutti hanno affrontato viaggi lunghissimi, e si sono guadagnati con i più diversi espedienti lo “sbarco” nel nostro paese.
La loro condizione di essere soli e molto giovani li rende vulnerabili, e accentua la difficoltà di inserimento nel tessuto sociale italiano.

  1. Finalità generali e obiettivi del progetto

Verde Speranza è un progetto volto a favorire l’inserimento sociale di figure deboli come i minori che escono dalle case-famiglia e i minori stranieri non accompagnati, questo obiettivo non può prescindere dalla possibilità del giovane di avere un’indipendenza economica conquistata attraverso il lavoro. Verde Speranza ha l’obiettivo di potenziare e sviluppare le attività dedicate al sostegno, alla formazione e all’inserimento lavorativo di giovani svantaggiati.
  1. Fasi e azioni previste del progetto


Azione 1 – formazione professionale per 10 beneficiari
    1. corso teorico-pratico, diviso in 4 moduli: botanica/fisiologia vegetale, orticoltura, giardinaggio, addobbi floreali.
    2. tirocinio formativo: i beneficiari possono sperimentarsi direttamente nel lavoro attraverso il tirocinio presso le attività di Verde Solidale o in altre aziende esterne.
    3. supporto educativo e tutoraggio all’inserimento lavorativo, volto a sostenere il tirocinante e l’azienda. Il tutoraggio al giovane avviene normalmente fuori dall’orario di tirocinio in incontri settimanali di verifica; quello all’impresa si configura come una consulenza.

Azione 2 – Attività di impresa
    1. Inserimento lavorativo nel progetto “verde solidale” dei giovani formati attraverso borse lavoro trimestrali.
    2. Produzione e vendita di ortaggi
    3. Produzione di servizi di manutenzione del verde ornamentale e di giardinaggio
    4. Realizzazione di allestimenti floreali per cerimonie ed eventi
Le entrate di questa azione servono per i costi vivi (semi, piante, fiori, ecc) e per la retribuzione dei giovani.

Azione 3 – promozione del progetto mirata non solo al consolidamento e all’ampliamento della produzione ma anche alla divulgazione degli obiettivi sociali che lo animano, anche attraverso la partecipazione ad eventi/manifestazioni/fiere.
    1. consulenza di comunicazione per l’ampliamento del volume dei ricavi e per l’individuazione dei potenziali clienti pubblici e privati
    2. elaborazione e produzione di materiale promozionale (pieghevoli, locandine, comunicazione web, newsletter)
Azione 4 – acquisti operativi
4.1 noleggio veicolo per trasporto di persone e cose;
4.2 una cella frigorifero per la conservazione dei fiori recisi;
4.3 attrezzi vari da giardinaggio e materie prime.

  1. Metodologie d’intervento
Struttura organizzativa
Il progetto prevede un coordinatore tecnico e uno educativo che organizzano e gestiscono le risorse umane ed economiche; sono inoltre responsabili del monitoraggio e della valutazione.
Inserimento lavorativo
I ragazzi faranno esperienza di loro stessi in un contesto nuovo, sostenuti dal carattere “protetto” della borsa lavoro.
La metodologia applicata per la loro formazione è quella del Sistema Adkins che si ispira al principio dell’experiential learning, cioè a quel paradigma teorico che enfatizza il ruolo dell’esperienza e del vissuto emozionale nei processi di apprendimento.
Lo schema di apprendimento si propone di sviluppare le abilità dei ragazzi in un’ottica globale, coinvolgendo il mondo interiore, le conoscenze ed il comportamento di ognuno, in un percorso mirato all’acquisizione del livello più alto possibile di maturità occupazionale.
Marketing
L’implementazione dell’attività agricola, avverrà secondo due modelli:
- CSA (Community Supported Agricolture, cioè agricoltura sostenuta dalla comunità locale): prevede un rapporto di “partenariato”, ovvero un accordo diretto, tra la comunità ed i coltivatori locali che sancisce un impegno reciproco in cui gli acquirenti si incaricano di coprire i costi operativi dell’azienda garantendo una quota certa di acquisti locali previo abbonamento. Essi contribuiscono a pagare le sementi, l’acqua, le attrezzature, la manodopera, il trasporto. In cambio l’azienda agricola garantisce un’offerta di ortaggi biologici freschissimi, raccolti appena prima di essere consegnati. Questa relazione mutua crea una situazione economicamente stabile. Attraverso questo canale verrà implementata anche l’attività di gardening ed addobbi floreali.

Rete territoriale
Siamo convinti dell’importanza del lavorare all’insegna dell’integrazione e della concertazione delle risorse disponibili, partendo “dal basso”, cioè dai bisogni effettivi del territorio. Intendiamo rafforzare la rete di enti che collaborano con il tetto ed ampliarla, con la finalità di moltiplicare le opportunità, lavorative e non, dei giovani destinatari e di evitare che il disagio sociale possa trasformarsi in esclusione.

Cronogramma


Azioni/Mesi Settembre ‘14 Ottobre novembre dicembre
gennaio ‘15
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
luglio
agosto
settembre
Formazione professionale e




























Borsa lavoro

























Acquisti operativi




























Attività di impresa




























Promozione


































Preventivo piano intervento operativo;


1) Opere di recinzione: euro: 426.000.00

2) Restauro e sistemazione casale S. Sisto: euro: 5.112.000.00

3) Realizzazione di 6 (sei) km percorso pedonale: euro: 225.000.00

4) Realizzazione di 6 (sei) km percorso ciclabile: euro: 250.000.00

5) Realizzazione bagni (35 in totale)
previsti lungo percorsi e interno area archeologica
con struttura in legno ecocompatibile,
secondo normativa, con pannelli fotovoltaici: euro: 300.000.00


Inteso che:
per il casale S.Sisto e' preventivato anche come ex novo
con x, lam. (Struttura portante in legno lamellare con coimbentazione
interna ed esterna, rifinitura con intonaco esterno simile alla muratura).
Secondo normative: euro: 5.350.000.00
6)Messa in sicurezza Casale detto del “Mulino”:
prevista la locazione della fattoria didattica e agrinido con indirizzo steneriano, nei casali
conosciuti con il nome di: Casali del vecchio mulino.
Spesa prevista di messa in sicurezza e opere di ristrutturazione:
EURO: 1.500.00. AL MQ.

7)Messa in sicurezza del Casale detto del “Miele”:
prevista la locazione della casa famiglia e orti urbani, nel casale conosciuto con il nome di.
Casale del miele.
Spesa prevista di messa in sicurezza e opere di ristrutturazione:.
EURO: 1.500.00 AL MQ.













Associazione Naturalistica G.E.Z.A
Guardie Ambientali del Mediterraneo
Sezione Territoriale di Roma


L’associazione Naturalistica Guardie Ambientali del Mediterraneo sezione Roma G.E.Z.A nasce nel 17/08/2012, per mezzo di iscrizione n. 15085 serie 3 presso UFFICIO DELLE ENTRATE DIREZIONE PROVINCIALE DI ROMA. Iscrizione n. 130065 del 29/08/2012, presso la PROVINCIA DI ROMA DIPARTIMENTO V, RISORSE AGRICOLE ED AMBIENTALI, Con inserimento nella CONSULTA ATTORI SOCIALI delle AREE PROTETTE PARCHI REGIONALI. Presentato istanza di iscrizione il giorno 28/11/2012, presso DIPARTIMENTO TUTELA AMBIENTE E DEL VERDE PROTEZIONE CIVILE ROMA CAPITALE, è un'associazione di volontariato costituita ai sensi della Legge 11 agosto 1991, n. 266 e come tale non ha fini di lucro neanche indiretto ed opera esclusivamente per fini di solidarietà.
L'associazione ha per scopo la tutela della flora e fauna nonché la salvaguardia ambientale, ecologica, faunistica, ittica, venatoria, zoofila e protezione animali. Gli obiettivi primari sono diffondere e favorire la conoscenza ed il rispetto della natura e dell'ambiente ivi compreso quello animale sia selvatico che di affezione ed i suoi equilibri. Concorrere alla tutela del patrimonio naturale, culturale, storico, monumentale ed archeologico.
L'associazione in particolare si propone:
Diffondere e favorire la conoscenza ed il rispetto della natura, e dell’ambiente, adoperarsi per la tutela dell’ambiente che tenga conto delle esigenze biologiche e culturali dell’uomo diffondere la tutela animale e la loro protezione contro i maltrattamenti degli stessi, nell'organizzare corsi, lezioni, convegni, manifestazioni per educare i cittadini alla conoscenza e al rispetto dell’ambiente in generale, collaborare con le autorità dello Stato, Enti locali, organi di Polizia sia Giudiziaria che Amministrativa atti alla tutela ambientale ed animale, collaborare con associazioni che perseguono scopi analoghi, Protezione Civile in caso di calamità naturali, Soccorso Socio Sanitario (primo soccorso), controllo e monitoraggio ad ampio raggio delle discariche abusive, lotta attiva contro l'abbandono selvaggio di rifiuti di ogni genere.
Delle Fave Giuseppe
Sede Legale e Amministrativa Via L. Gigliotti 69 00156 Roma
Tel/fax +39 06 411 00 92 Cell. +39 3490677308




Risorse da reperire per il Progetto

1) REGIONE LAZIO ART. 11
Finanziamento Fase A del Progetto


2) FONDO EUROPEO SVILUPPO REGIONALE (FESR)
Finanziamento Fase B del Progetto


  1. 20% FONDI PRIVATI (Fondazioni, banche ,imprese, ecc.)
























Fondi UE, all'italia restano 12 miliardi:
Nel frattempo, grazie ai precedenti governi che hanno rinegoziato la quota di co-finanziamento nazionale dal 50 al 25%, l'Italia è riuscita a risparmiare circa 12 miliardi.

Cit. Messaggero 11-03-2014

3 commenti:

  1. il progetto è aperto a tutti, se avete proposte, idee, ecc... possiamo costruire tutti insieme il nostro parco...

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  2. la parte dell agrinido è molto interessante ma nn sono riuscita a trovare nel vs dettaglio nessuna informazione. NoN fa più parte del vs progetto?
    Buona giornata Emanuela

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    1. Questa è una ipotesi di progetto, la fase di realizzazione è in via di sviluppo, in elaborazione da parte dei nostri tecnici. Se hai proposte saremo lieti di parlarne presso i nostri uffici. Via Ignazio Silone, 185 Tel. 06 87751437 Cell. 347 6522596 (Mirko)

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